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Carlotto, il noir corale del nordest

RIZZOLI

Carlotto, il noir corale del nordest

Una vicenda al femminile di soldi e sangue

ROMA, 26 aprile 2021, 14:24

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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MASSIMO CARLOTTO, ''E VERRA' UN ALTRO INVERNO'' (RIZZOLI, PP. 240 - 16,50 EURO) - Un romanzo al femminile con molte donne e tanti marron glacés di cui si scoprirà la stucchevole importanza. Del resto Carlotto ha sempre dato ai personaggi femminili un bel rilievo e con Marco Videtta è l'autore dei quattro libri su 'Le vendicatrici'. Qui due protagoniste sono costrette a crescere, a prendere in mano la loro vita e risolverla, affrontando, senza farsi alcuno scrupolo, i problemi creati da una serie di uomini, padri, mariti, amanti. E sono problemi gravi che macchieranno la coscienza di tutti e che fanno di questa storia un noir nello stile e interessi di Carlotto, una cronaca del lato più nero di certa borghesia di provincia del nostro nordest imprenditoriale, ''maggiorenti'' locali che cercano di conservare il controllo economico e sociale sul territorio, sfruttando il quale hanno costruito le proprie ricchezze.
    Al centro della vicenda, bel personaggio ambiguo, insicuro e con sensi di colpa, è Federica Pesenti, che vorrebbe divertirsi e magari indossare una pelliccia rosa di Prada, mentre si ritrova in breve, oltre che figlia di Jacopo Pesenti, l'imprenditore più potente della valle, vedova di un ricchissimo immobiliarista che lei ha convinto a venire a vivere lì, assassinato in circostanze misteriose (anche se il lettore sa subito cosa è accaduto) e sul quale cominciano a circolare sospetti di traffici poco chiari, con cui il maresciallo Piscopo dei carabinieri sostiene la sua idea che il delitto e gli assassini vengano da lontano. Siamo tra mille villette più o meno lussuose e vecchie cascine del paese centrale di una valle i cui vigneti, sotto i boschi di castagni, sono attraversati come una ferita dalla provinciale dove passano mille Tir a dimostrare che ''quando la merce circola, circola anche il denaro'', come dice la gente in dialetto. Ed è sempre il denaro il motore di tutto, che quando se ne vede molto in giro attira le brame di chi non ne ha. C'è Stefano Clerici, il consulente della banca locale, amore adolescenziale di Federica che è riuscito ora, per avere l'incarico di gestirne i capitali, a diventare l'amante di questa donna delusa e che non ama più il marito anziano, e che è un po' un ingombrante impedimento da intimidire e costringere magari a tornarsene in città.
    Per questo si può far pressione su due cugini, Michi e Robi Vardanega, deboli, scioperati, il primo un poco più concreto, il secondo ambizioso e incapace di ragionare specie in certi momenti in cui pensa di dover dimostrare chi è, che per pochi soldi si fanno plagiare. I due alle spalle hanno per fortuna le mogli, due sorelle, Sabrina, l'altra protagonista di questa vicenda, che lavora come parrucchiera e ha la testa saldamente sulle spalle, e Alessia, innamorata e con le idee meno chiare.
    Tra i personaggi del luogo ci sono ancora Fausto Righetti, detto il Riga, piccolo delinquente locale e ex rapinatore che ora affitta una vecchia pistola a chi ne ha bisogno per spaventare qualcuno, e Manlio Giavazzi, vigilantes della Valle Securitas alla banca locale, orgoglioso della sua divisa che vorrebbe gli desse un potere da poliziotto. Ha un vuoto dentro, dopo che il figlio bulimico Menelao è morto suicida e la moglie lo ha lasciato, fatti che lo hanno reso cattivo e vendicativo verso il mondo ricco e indifferente che ha intorno. E' lui che coglie castagne e ne fa marron glacés sotto spirito.
    Invidie e rancori insomma, ambizioni sbagliate, avidità e pochi scrupoli, ingenuità che finiscono per macchiarti le mani di sangue, perché quando certi sentimenti prendono il sopravvento e i fatti ti trascinano, ci sono persone che diventano come le faine: ''non sono altro che predatori: attaccano al collo le galline fino a staccarne la testa e poi estraggono le interiora. E a volte nemmeno le mangiano. E' l'istinto, non la fame. E se non le ammazzi non salvi il pollaio''. Per fortuna ci sono le donne, col loro senso pratico e il diventare consapevoli per salvare sé stesse e la famiglia.
    Certo è che la scia di sangue, aperta una sera dal ferimento di Manera da parte di Roberto Vardanega per imperizia e arroganza, finisce per coinvolgere e macchiare tutti in un susseguirsi di colpi di scena , finché la vita riprenderà normale in apparenza ma, come si è visto, pronta a scoperchiare il proprio verminaio quasi per nulla, tanto più se quasi tutti covano un senso di colpa che è peso non facile da sopportare.
    Una storia, come si è detto, la cui suspense l'autore non fa nascere dalla classica ricerca di uno o più colpevoli, che il lettore conosce sin da quando, via via, i fatti vengono compiuti, ma da un gioco corale, da come i vari personaggi si manipolano e le due figure femminili li affronteranno, da come una comunità tiri fuori la propria anima nera e cerchi di risolvere ogni cosa nel segno di finti rapporti nel chiuso della valle, che vuole essere il microcosmo di una certa realtà del nostro nordest. Lo stesso Nordest che dava anche il titolo a un romanzo di Carlotto di 15 anni fa, che ne ha costruito l'indagine di romanzo in romanzo, perché la letteratura ha la possibilità di raccontare, anche paradossalmente, quelle verità che la cronaca raramente ha le prove per poterle riferire.
   
   

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