(di Alessandra Magliaro)
L'Italia giovane di oggi: ragazzi di
tutti i ceti e latitudini a parlare di futuro ossia di loro,
come si immaginano di vivere tra qualche anno, cosa sperano. E'
un affresco corale il documentario Futura, presentato ad Alice
nella città dopo la prima mondiale alla Quinzaine des
Réalisateurs di Cannes. Prodotto da Avventurosa e Rai
CinemaArriverà nei cinema italiani per un evento di tre giorni,
il 25, 26, 27 ottobre, distribuito da Luce Cinecittà. Pietro
Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher sono gli autori del
film collettivo in cui i giovani potranno riconoscersi. Le loro
speranze molto spesso lasciano il passo ad altri sentimenti piu'
cupi, condizionati dal momento storico della pandemia.
"Aleggia l'idea di un mondo che sta per finire - ammette
Rohrwacher - ci troviamo davanti al buio, loro portano la luce".
"Mi emoziona e mi fa piangere questo lavoro che abbiamo fatto -
confessa Marcello - c'e' una grande inquietudine, sembra un
paradosso chiedere del futuro a questi ragazzi che ne sono stati
derubati". Cominciato prima della pandemia e poi proseguito
durante e dopo, il documentario mostra giovani tra i 15 e i 20
anni in tutta la difficolta' dell'oggi: "Vivono in un tempo
complicato, si muovono in un presente difficile da acchiappare e
la pandemia li ha resi ancora piu' fragili rispetto
all'immaginario di quello che potranno vivere, costruire, come
se ci fosse piuttosto una prossima fine del mondo, un concetto
non nuovo ma che oggi con la pandemia sembra trovare ragioni
piu' scientifiche", prosegue Munzi. Non tanto la paura quanto
"l'angoscia sembra il sentimento prevalente pur senza
generalizzare, facce di giovani che non sanno bene come andranno
a finire, che non hanno slanci. Una gioventu' piu' libera,
meno condizionata delle generazioni precedenti come possono
essere le nostre, piu' abituata - aggiunge Alice Rohrwacher, al
lavoro sulla sua prima serie tv 'Ci sara' una volta' - a
comunicare se stessa con i social, a raccontarsi su Instagram,
che a riflettere, esprimere opinioni".
L'idea dei tre registi, tutti genitori di figli adolescenti era
fare "un affresco dei giovani di oggi e consegnarlo agli
archivi, alla storia, un come eravamo da ricordare quando sara'
il momento", come accaduto ad esempio al lavoro di Pasolini
Comizi d'amore. Il riferimento cinematografico e' alle
fantastiche inchieste nell'Italia post bellica di Soldati,
Rossellini, Comencini, Pasolini. "Futura e' un film al servizio
dei giovani. Di solito come registi parliamo di nostre visioni
personali, questa volta abbiamo fatto squadra per un film
collettivo orizzontale, avendo le nostre visioni di cineasti e
genitori ma senza tesi, senza aspettarci risposte, senza essere
sociologi dei nostri figli e dei ragazzi come loro, ma - spiega
Pietro Marcello (Per Lucio, Martin Eden) - proprio ascoltandoli,
mettendoli al centro. Un cinema didattico, un archivio
consegnato al futuro".
L'approccio pero' , aggiunge Munzi (Il Miracolo, Anime Nere)
"non e' stato paternalistico, noi volevamo solo capire meglio
gli adolescenti, la loro voce non si sente mai, domandare loro
del futuro implica chiederci come noi glielo stiamo lasciando".
Girato attraverso l'Italia, dal nord al sud, senza un criterio
scientifico o sociologico, ma seguendo suggestioni e
associazioni libere cosi' da raccontare la diversita' dei
ragazzi, le differenti provenienze, e per restituire un'idea
della temperatura del nostro Paese. "Nell'atto di desiderare e
immaginare il proprio futuro conta molto dove vivi, dove sei
nato: questa tensione origina punti di vista molto differenti,
territorialmente connotati", ammettono gli autori.
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