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Huppert, una sfida che vorrei? Interpretare un uomo

Huppert, una sfida che vorrei? Interpretare un uomo

Attrice a Rendez Vous, con Metoo grande presa di coscienza

ROMA, 02 aprile 2023, 14:03

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non i ruoli "ma gli incontri con registi e registe, attori e attrici che ammiro, che trovo interessanti o innovativi e l'alchimia artistica che ne può nascere". E' quello che motiva la grande Isabelle Huppert nella scelta dei progetti, come spiega a Roma dov'è ospite d'onore a Rendez-Vous 2023, il festival dedicato cinema francese, dove l'attrice è presente in due film.    
"Non penso alla recitazione in termini di personaggi da sognare come attrice ... anche se sarebbe una bella sfida interpretare un uomo" aggiunge. E' in un ruolo di contorno in Mon Crime - La Colpevole Sono Io di Francois Ozon, in sala dal 25 aprile con Bim, commedia poliziesca corale che rilegge in chiave #metoo una pièce anni '30 di Georges Berr e Louis Verneuil. E' invece protagonista in La syndicaliste di Jean-Paul Salomé (in sala in autunno con I Wonder Pictures), racconto con un ritmo da thriller della reale vicenda di Maureen Kearney (Huppert), rappresentante sindacale della centrale nucleare di una multinazionale francese, che dopo aver lottato mesi per far emergere uno scandalo è stata assalita, legata e brutalizzata in casa sua. Uno shock a cui ha dovuto unire quello di non venire creduta dalla polizia e la magistratura". L'idea "che ha avuto Francois con Mon crime, era quella di rinnovare il testo rendendolo un manifesto un po' femminista".     Protagonista della vicenda ambientata negli anni '30 "è una giovane attrice Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz) che da accusata dell'omicidio di un produttore diventa un'eroina mediatica. Isabelle Huppert nel film è Odette Chaumette, una star del cinema muto in declino, con le idee molto chiare: "Certo lei non è femminista - commenta l'attrice sorridendo - più che alla causa delle donne è interessata a recuperare i soldi che ha perso e tornare la grande attrice che era".    
Cosa pensa abbia portato il #metoo? " Una grande presa di coscienza, non solo nel mondo del cinema, su quello che le donne nel mondo di oggi spesso devono ancora subire. Non può che essere considerato in maniera positiva, ha portato molto donne a reagire".     Per quanto riguarda invece i personaggi femminili nei film "non penso che adesso si debbano chiedere per le donne solo personaggi forti o vincitori. In La syndacaliste, ad esempio, Maureen mi ha interessato per la sua fragilità e complessità. E' una donna che prova a utilizzare il suo potere per salvare tantissimi posti di lavoro e lo fa a proprie spese, infatti gliela fanno pagare".     Un personaggio estremamente attuale, viste le proteste sociali e scioperi in Francia: "La situazione è molto complicata, gli animi sono molto accesi e ora sentiremo veramente parlare sempre più spesso di una sindacalista, perché è stata appena eletta una donna (Sophie Binet) alla guida del Sgt (sindacato di sinistra)". Teme per il destino del cinema in sala? "Non so come stia andando le cose in Italia ma in Francia i cinema si stanno riprendendo bene - risponde attrice, che amerebbe lavorare, fra gli autori italiani, con Garrone, Sorrentino e Moretti -. Certo non ci sono i numeri pre pandemia ma quelli erano scesi per molti fattori e non tutti sono legati al covid. Spero che il cinema - chiosa sorridendo - duri ancora per qualche anno".    
Ora l'aspetta il ritorno a teatro: all'Espace Cardin di Parigi dal 13 aprile al 14 maggio si calerà nei panni di Maria Stuarda nel monologo Mary said what she said con la regia di Bob Wilson.

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