Da oggi, a pochi passi
dall'Accademia di Belle Arti di Bologna, Piazza Raviola ospita
'Pulpito e altre figure', una grande scultura site-specific
dell'artista Flavio Favelli, concepita quale speaker corner
atipico nell'ambito del programma di riparAzioni, progetto
culturale ideato dall'Accademia per il Pon Metro 14-20,
Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane, coordinato
dal Comune di Bologna e finanziato dall'Unione Europea.
Realizzata con componenti industriali e arredi urbani dismessi,
quali cisterne e balaustre in ferro battuto, l'opera reinventa
il concetto pubblico di pulpito, articolandosi in una serie di
"palchi" di altezze e dimensioni differenti sui quali è
possibile salire e parlare liberamente facilitando l'interazione
con lo spazio circostante, la vita del quartiere e le attività
dell'Accademia.
Pulpito e altre figure riflette sulla dimensione politica e
culturale dei luoghi capovolgendo le gerarchie monumentali dei
pulpiti del passato e trasformando l'arte in un'esperienza
attiva capace di riattualizzare il contesto storico e le
funzioni della piazza. Gli elementi in lamiera di ferro si
mostrano e si "celano" al pubblico grazie a un originale effetto
ottico ottenuto con la tecnica pittorica chiamata "camuffamento
Dazzle", un particolare motivo geometrico di scacchi-bande
bianche dipinte sull'opera, impiegato dalla marina britannica
per mascherare le navi dall'avvistamento in mare.
L'opera, collocata davanti all'Accademia di Belle Arti,
"diventa simbolo del progetto riparAzioni - spiega Cristina
Francucci, direttrice dell'Accademia - che ha tra i suoi
obiettivi proprio quello di animare un luogo, Piazza Roberto
Raviola, spesso attraversato da situazioni di grande marginalità
e degrado, restituendo alla città un rinnovato spazio inclusivo
di socialità e cultura. L'opera dichiara, con la sua presenza,
l'importanza di dare voce ai cittadini e alle cittadine per
ricordare, come diceva Gianni Rodari il bel suono democratico
del motto 'Tutti gli usi della parola a tutti', non perché tutti
siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo".
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