(ANSA) - ROMA, 06 GIU - I fratelli Marco e Gabriele Bianchi,
condannati all'ergastolo in primo grado per il pestaggio mortale
del ventenne Willy Monteiro Duarte avvenuto a Colleferro (Roma)
nel settembre del 2020, avevano "una capillare attività di
spaccio di sostanze stupefacenti", in particolare cocaina, la
cui fornitura agli acquirenti si basava su un linguaggio in
codice che definiva le quantità in termini di "magliette
piccole, grandi e felpe". Lo sottolinea la Cassazione che ha
confermato a carico dei due fratelli, esperti in arti marziali,
la condanna a quattro anni e sei mesi ciascuno per spaccio e
tentata estorsione.
Ad inchiodare i Bianchi - per i quali è in corso il processo
d'assise d'appello per l'omicidio di Willy - sono state
soprattutto le intercettazioni, dal momento che i loro clienti,
interrogati dalla polizia, hanno reso "dichiarazioni palesemente
reticenti e timorose", rileva la sentenza 24226 depositata oggi
dalla Terza sezione penale degli 'ermellini' e relativa
all'udienza che si è svolta lo scorso 14 marzo.
Ad avviso della Cassazione, con "adeguata motivazione priva
di vizi di logicità", la Corte di appello di Roma nel suo
verdetto dell' undici aprile 2022 - contro il quale il collegio
di difesa dei Bianchi ha fatto ricorso alla Suprema Corte - ha
confermato la responsabilità dei due imputati per lo spaccio e
la tentata estorsione riducendo, per il venir meno di alcuni
episodi in concorso, a quattro anni e sei mesi l'originaria
condanna, stabilita dal Tribunale di Velletri, a cinque anni e
quattro mesi. Secondo i supremi giudici, correttamente si è
esclusa la "lieve entità dei fatti" in quanto si è trattato di
cessioni di cocaina "reiterate nel tempo e senza una sostanziale
soluzione di continuità che dimostravano una non occasionale ma
professionale attività di spaccio e, quindi, la detenzione di
considerevoli quantitativi da immettere, seppure di volta in
volta e in quantità modica, sul mercato".
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