Ormai è diventato un brand di
successo tanto da suscitare l'interesse non solo dei winelover e
dei produttori vitivinicoli più noti, che fanno a gara per
acquistare ettari di vigneto e aprire una cantina sul vulcano,
ma anche della stampa internazionale. Come testimonia l'esordio
degli "Etna Days", il primo evento istituzionale organizzato dal
Consorzio di Tutela Vini Etna Doc a ridosso della vendemmia per
presentare le differenti sfaccettature della viticoltura etnea.
Dal 14 al 17 settembre, una platea composta da esperti
degustatori e giornalisti, provenienti prevalentemente da Nord
America e Nord Europa, ha avuto l'opportunità di scoprire le
caratteristiche produttive della denominazione, attraverso un
ricco programma di degustazioni, masterclass e visite ai
produttori del vulcano, ammirando al contempo la bellezza del
paesaggio e le testimonianze di una viticultura eroica
millenaria.
"Con gli Etna Days - commenta Francesco Cambria, presidente
del Consorzio - abbiamo voluto promuovere la nostra
denominazione portando la stampa accreditata a scoprire dove
nascono i nostri vini e, attraverso le oltre 240 etichette in
degustazione ne abbiamo mostrato l'unicità e la particolarità.
Ci auguriamo che questo appuntamento annuale consenta al nostro
territorio di essere percepito sempre di più come uno dei
classici della viticoltura internazionale e non solo come un
territorio oggi alla moda".
Le attività della quattro giorni dedicata alla DOC Etna hanno
messo al centro gli elementi che contraddistinguono l'enologia
del vulcano: la natura, la cultura e la storia. A partire
dall'Etna, nella sua espressione più radicale, con i versanti e
le colate laviche, le esposizioni e le differenti condizioni
pedoclimatiche. I muretti a secco, patrimonio dell'Umanità
dell'Unesco, simbolo di una viticoltura eroica, che con i suoi
contorni caratterizzano il paesaggio della denominazione. Le
visite ai palmenti rupestri, che testimoniano come il vino ha
caratterizzato da sempre l'economia di questo angolo di Sicilia.
La crescita della denominazione degli ultimi anni, in
termini qualitativi e quantitativi è testimoniata dai numeri. La
superficie vitata è passata dai 680 ettari del 2013, rivendicata
da 203 produttori, ai 1184 ettari nel 2021 suddivisi in 390
viticultori, per una media di meno di un ettaro ad azienda, e
con solo sette realtà che superano i venti ettari: un territorio
fortemente parcellizzato, con le differenze pedoclimatiche che
cambiano nel raggio di pochi chilometri. Per queste ragioni si
parla dell'Etna come di "un'isola nell'isola".
Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio per i vini rossi,
rosati e spumanti, Carricante e, in misura minore, Catarratto
per i vini bianchi: sono i vitigni locali maggiormente impiegati
per i vini Etna DOC. La produzione, cresciuta fortemente negli
ultimi anni, evidenzia l'ottimo stato di salute della
denominazione, e il costante aumento dei consumatori per questo
territorio. Scendendo nel particolare delle tipologie, L'Etna
Rosso ancora oggi è il portabandiera della denominazione con
quasi 1.500.000 di bottiglie, con una crescita del 27% rispetto
al 2021, segue l'Etna Bianco con circa 1.210.000 pari ad un +
37%, e l'Etna Rosato con 453.500 bottiglie e un balzo del +50%.
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