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Sicilia: Chinnici, scelta da Pd ma candidata inclusiva

"Rottura con M5s inattesa; sono riservata e pacata, aliena"

Redazione ANSA PALERMO

(ANSA) - PALERMO, 08 SET - Per alcuni la sua riservatezza e i modi pacati possono rappresentare dei limiti in campagna elettorale, Caterina Chinnici, parlando con l'ANSA nel corso del Forum organizzato con la candidata del centrosinistra, invece li rivendica: "E' la mia natura, sono rispettosa e ascolto le persone; non sono stata ferma in questo periodo e non lo sono neppure adesso". "Ho preferito rimanere un po' dietro le quinte durante il dibattito tra Pd e M5s e così ho fatto nella fase delle candidature - afferma -. Ho un tratto istituzionale, probabilmente nasce dalla mia storia familiare. A Bruxelles ho sempre lavorato su temi concreti. Quando arrivai mi chiedevano da dove venissi e quando rispondevo Sicilia, la reazione era mafia. Dopo qualche mese, a Bruxelles la Sicilia è diventata il simbolo dell'antimafia, quella vera e di sostanza".
    Una "aliena" Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco assassinato dalla mafia, rispetto a quei politici che proprio nelle competizioni elettorali prediligono la polemica se non l'invettiva contro il "nemico". Un tratto caratteriale che emerge anche quando risponde alla domanda se sia stata lei o siano stati altri della coalizione (all'epoca c'era anche il M5s) a decidere di non volere i cosiddetti "impresentabili" nelle liste a suo sostegno, scelta che ha provocato l'uscita dal partito di Luigi Bosco e Angelo Villari, due big a Catania, e la non candidatura del deputato uscente (attuale capogruppo all'Ars ed ex segretario siciliano dei dem) Giuseppe Lupo . "Era una richiesta che avevo fatto a tutti ma anche se non l'avessi fatta verbalmente penso stava nelle cose considerando la mia storia - dice Chinnici - Preciso tuttavia che non ho fatto richieste per imporre qualcosa a qualcuno. Il resto è stato un dibattito interno al partito, la scelta l'ha fatta il partito. Anche se quella scelta l'avrebbe dovuta fare a monte".
    Sull'addio del M5s, Chinnici ha la sua idea: ""Stavamo lavorando al programma con l'idea di andare avanti - ricorda - La decisione del M5s di uscire dall'alleanza è arrivata un po' inattesa, c'era una parte del movimento che voleva proseguire.
    Credo che dietro quella scelta ci siano fatti politici che hanno origine a Roma e da dinamiche nazionali. Ricevetti la telefonata da Conte, certo una telefonata di cortesia che comunque mi ha fatto piacere". Al M5s che tra le altre cose aveva contestato al Pd anche di avere inserito a tutti i costi la scritta 'Chinnici presidente' nel simbolo pregiudicando la candidatura super partes, replica facendo chiarezza: "Avrei voluto che tutti i partiti lo mettessero, la scelta l'ha fatta il Pd". Margini per ricomporre col M5s dopo le elezioni? "Vedremo quale sarà l'esito elettorale. Ho sempre detto che la mia è una candidatura inclusiva. Sono stata candidata dal Pd, ma mi rivolgo a tutti".
    E la polemica innescata da Claudio Fava (Centopassi) non invitato all'apertura della campagna elettorale con Enrico Letta e i dirigenti del Pd a Palermo? "Credo che con Fava sia tutto rientrato, del resto la mia candidatura nasce con Pd, M5s e Fava. Il M5s non c'è più, con Fava stiamo andando avanti". E avanti Chinnici va forte di un programma articolato che sta spiegando in giro per la Sicilia. Tra le sue priorità in caso di vittoria ci sono la riorganizzazione della pubblica amministrazione puntando sulla digitalizzazione e sull'impermeabilità alle interferenze della criminalità organizzata; la creazione di un ufficio speciale per l'utilizzo dei fondi Ue; la chiusura del ciclo dei rifiuti puntando sulla raccolta differenziati e mini impianti (no a due mega termovalorizzatori); la gestione della transizione ecologica incentivando le fonti per la produzione di energia alternativa; l'istituzione dell'assessorato alle politiche giovanili e l'accorpamento in un unico assessorato di turismo-cultura e beni culturali.
    E da eurodeputata (due mandati alle spalle), Chinnici ha le idee chiare sull'ufficio della Regione a Bruxelles: "E' servito finora come sede di rappresentanza, non basta. Deve diventare un punto di riferimento per la progettazione dei fondi Ue: spesso i bandi europei formulati in inglese e rivolti a tutti i Paesi membri vengono ritenuti complessi, in realtà è necessario formare i nostri funzionari e la sede della Regione a Bruxelles potrebbe servire anche a questo". (ANSA).
   

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