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Falcone: il Requiem di Verdi la sua musica preferita

Lo rivela un perito. Lunedì maestro Wellber glielo dedica

Redazione ANSA PALERMO

(ANSA) - PALERMO, 21 MAG - "Professore tra le cassette che le abbiamo dato ce n'è una che ci deve restituire per prima. Poi le altre al termine della perizia. Il giudice ci tiene molto".
    Scrive così un collaboratore di Giovanni Falcone al professore Ugo Cesari, foniatra scelto da Falcone per le perizie sulle intercettazioni. In quella cassetta non c'erano voci registrate, solo musica, la preferita dal giudice: il Requiem di Giuseppe Verdi. Perché Falcone amava tanto quel Requiem? La ascoltava frequentemente, unica consolazione per chi, come lui, non poteva certo andare ai concerti. Il Requiem di Giuseppe Verdi, scritto con enorme commozione per il primo anniversario della morte di Manzoni, esprime una tensione drammatica e quel "Dies Irae", potente, capace di incutere timore, che annuncia le trombe del giudizio divino. "Io ascoltavo tutte le cassette - spiega il professore Cesari - anche quella, trovai solo musica, ma andai avanti. Nulla. Solo il Requiem, avevano inserito tra le cassette questa che invece era privata, apparteneva al giudice che evidentemente l'aveva portata con sé in ufficio. E ci teneva a riaverla al più presto perchè quella era la musica che amava".
    Una preghiera collettiva, una richiesta di pietà.
    Lunedì sera per i 30 anni dalla morte del giudice, il Teatro Massimo di Palermo ricorda quel giorno tragico in modo solenne e dedica proprio il Requiem a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sul podio Omer Meir Wellber a dirigere quello che, spiega il direttore d'orchestra, è "un vero monumento, fondamentale per la cultura italiana, che vede insieme i due padri della vostra identità nazionale, Verdi e Manzoni. Come a Vienna si ricorda ancora il funerale di Beethoven o di Mahler, qui è la stessa cosa per questo pezzo pieno di umanità, l'unico brano di musica sacra che i grandi tenori hanno sempre cantato. E non è così per il Requiem di Brahms o di Mozart. Da dieci anni io lavoro a Dresda e una sola volta si è eseguito quello di Brahms, e nove volte quello di Verdi. Verdi scrive per le voci come per un quartetto d'opera e questo ne fa un monumento italiano".
    "Falcone non l'ho conosciuto ovviamente - dice il Maestro -, ma vengo da un territorio che è insanguinato dalla guerra e nel calendario israeliano ci sono almeno 50 date come per voi è il 23 maggio. Ma conosco bene quel clima di guerra, di sospetto, quel guardarsi alle spalle, l'assenza della pace e della serenità. Verdi ha una risposta per tutto questo." (ANSA).
   

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