(di Max Firreri)
(ANSA) - PANTELLERIA, 11 SET - "La tromba d'aria di ieri a
Pantelleria è stata di una violenza, mai registrata sull'isola
prima d'ora. Dai danni provocati non posso escludere che la
forza del vento sia stata di oltre 100 km orari. Una sorta di
piccolo tornado, anche se l'origine è diversa". Ad analizzare
l'eccezionale evento meteo che si è abbattuto sull'isola,
provocando nel giro di pochi minuti danni considerevoli, oltre
alla morte di due persone e a diversi feriti, è Gianmaria
Sannino, climatologo dell'Enea già impegnato alcuni anni fa con
il Politecnico di Torino in un progetto di ricerca proprio a
Pantelleria sul recupero dell'energia delle onde del mare.
"Le trombe d'aria - spiega lo studioso in un'intervista
all'ANSA - si formano a mare per la differenza di temperatura
tra atmosfera e acqua, si sviluppano velocemente come vortice e
durano pochi minuti. È impossibile prevederle. Spesso non ce ne
accorgiamo perché si verificano a mare aperto. In altri casi,
come ieri a Pantelleria, ne abbiamo avuto contezza perché
arrivano sulla terra con una violenza considerevole". Basti
pensare che una delle due vittime, il vigile del fuoco Giovanni
Errera, è stato scaraventato fuori dall'abitacolo della sua Land
Rover Defender, un fuoristrada dal peso di oltre due tonnellate
che è stato spazzato via dalla furia del vento come un fuscello.
Per il climatologo quanto è accaduto ieri a Pantelleria è un
'campanello d'allarme' : "non il solo in verità - ammonisce -
che testimonia il cambiamento climatico globale che stiamo
vivendo. L'innalzamento della temperatura del mare Mediterraneo
e le punte di caldo sino a 48° gradi registrati quest'estate
proprio in Sicilia sono gli effetti di tutto questo".
Fenomeni meteorologici mai visti prima che però si ripetono
sempre più spesso dal Sud al Nord Italia, con le grandinate
straordinarie, oppure in Canada con temperature estreme: "Sono
segnali preoccupanti - dice Sannino - il problema è che questi
eventi estremi che superano già altri casi record si stanno
verificando con molta più frequenza".
Secondo il climatologo "è necessario capire che ci troviamo
in una fase di transizione dal vecchio clima in cui ci siamo
abituati in questi ultimi 40 anni alle nuove condizioni
climatiche che potremmo avere se non agiamo subito sui nostri
comportamenti. Ci sono dati che vanno presi in considerazione in
maniera seria, senza sottovalutarli: l'insieme di questi eventi
straordinari, ad esempio, deve renderci consapevoli che qualcosa
a livello globale sta cambiando".
Che fare dunque? "La responsabilità è di noi uomini - dice
Sannino - consapevoli di trovarci in un cambiamento epocale,
dobbiamo fare di tutto per immettere sempre meno Co2 in
atmosfera modificando il nostro stile di vita. Evidentemente i
cambiamenti non sono sempre bene accetti, ma dobbiamo farlo per
mitigare l'attuale situazione e in previsione del futuro. È un
investimento per il nostro futuro e per quello dei nostri
figli". (ANSA).