(ANSA) - CALTANISSETTA, 13 NOV - "Per curare il diabete di
tipo II abbiamo a disposizione diversi nuovi farmaci che
permettono, non solo un buon controllo della malattia metabolica
ma anche di fare prevenzione cardiovascolare e renale. Farmaci
tipo le glifozine o gli agonisti recettori o GLP-1 hanno
permesso di migliorare gli outcome cardiovascolari di questi
pazienti". Lo ha detto Gianfranco Gruttadauria, responsabile
unità operativa semplice dipartimentale di diabetologia dell'Asp
di Caltanissetta che, nel corso del congresso regionale Fadoi,
organizzato dal presidente regionale Maurizio Alletto, ha
affrontato il tema del diabete.
"In provincia di Caltanissetta però - spiega - le novità più
grosse hanno riguardato il diabete di tipo I. Da più di 1 anno
utilizziamo per la cura di questa malattia, che colpisce
perlopiù soggetti di giovane età nuove tecnologie quali
microinfusori e sensori per il monitoraggio continuo della
glicemia che permettono un miglioramento non solo del controllo
della malattia ma, soprattutto, della qualità di vita di questi
pazienti. Un continuo controllo della glicemia, tramite questi
dispositivi, consente di adattare la terapia alla vita del
paziente, alla sua attività lavorativa, di studio, di riposo, di
attività fisica. Cosa che, con la terapia multiiniettiva è molto
più difficile da realizzare. Purtroppo questa malattia,
comparendo spesso in giovane età, ha impatti psicologici
devastanti. Questi strumenti permettono la possibilità di vivere
una vita quasi normale".
Sul diabete di tipo II ha spiegato il medico la prevenzione è
fondamentale. "C'è una predisposizione familiare a sviluppare
questa malattia - spiega Gruttadauria - e non ci sono farmaci
che permettono di prevenire il diabete, ma delle buoni abitudini
alimentari e di vita che comportano anche la regolare attività
fisica sono i migliori mezzi per evitare che questa potenzialità
diventi malattia. Così come queste abitudini di vita sono
fondamentali per chi ha già il diabete. E in più oggi abbiamo
questo grande armamentario di farmaci che permette di migliorare
il controllo metabolico ma soprattutto prevenire le complicanze
croniche che sono poi quelle che aumentano la mortalità di
questi pazienti: l'infarto del miocardio, l'ictus,
l'arteriopatia obliterante agli arti inferiori e le complicanze
a occhi e reni che rendono estremamente invalidante questo tipo
di patologia".
E aggiunge: "Il grande sforzo che facciamo nel trattare a 360
gradi questi pazienti ha permesso di ridurre una delle più
temibili complicanze che è il piede diabetico e che può portare
a delle mutilazioni estremamente invalidanti, specie se si
tratta di pazienti giovani. Ne vediamo ancora oggi purtroppo ma
sempre di meno rispetto al passato". "Stiamo anche notando una
riduzione della retinopatia diabetica nei diabetici di tipo I e
anche una riduzione della nefropatia diabetica. Quindi -
conclude - se noi trattiamo i pazienti sin da subito, in maniera
corretta, e considerando tutti i fattori di rischio, riusciremo
a prevenire o comunque ritardare quanto più possibile queste
complicanze". (ANSA).