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Sardegna
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Agrobiodiversità, sono 89 le varietà nell'Isola da tutelare

Rischio estinzione, la Regione stanzia 500mila euro

Sardegna, terra ricca di biodiversità, varietà coltivate sin dai tempi antichi adattate al clima, territorio, suolo. Frutti, legumi, cereali, prodotti dell'orto, patrimonio di storia e sapori, da proteggere dal rischio estinzione e promuovere. Un bando approvato dalla Giunta regionale stanzia incentivi per 500mila euro (Programma di Sviluppo Rurale - Psr) a favore degli "Agricoltori Custodi della biodiversità", per la coltivazione e quindi tutela e valorizzazione delle agrobiodiversità di origine autoctona.

Ne sono state individuate al momento 89. Altre varietà sono oggetto di studio. Le domande scadono il 16 maggio. Nell'elenco la pompia e le ciliegie di Burcei, e ancora, oltre dieci cultivar di fagioli come ad esempio quelli di Austis, Terraseo, poi fichi, pera camusina. Varietà tradizionali molto diffuse un tempo in giardini, frutteti, orti e vigneti. In lista anche vitigni autoctoni, i bianchi Alvarega, Granatza, Pansale, Licronaxiu o i rossi Gregu Nieddu o Niedda Carta, per citarne alcuni.

"Il bando mira a favorire il recupero e il mantenimento della biodiversità vegetale concorrendo a determinare la salvaguardia degli agroecosistemi e del paesaggio e favorendo lo sviluppo dell'economia agricola tipica delle zone rurali", spiega Antonella Rocchi, presidente della Commissione tecnico-scientifica per l'agrobiodiversità animale che ha censito ed iscritto ad oggi, al Repertorio regionale dell'Agrobiodiversità, le cultivar vegetali. Risorse erbacee ed arboree che confluiranno nell'Anagrafe nazionale del Ministero delle Politiche agricole. Fanno parte della Commissione tecnico scientifica docenti universitari, esperti, associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, l'agenzia regionale Laore, gli enti di ricerca Cnr e Agris.

L'attività di coordinamento è in capo al Servizio Territorio rurale, agro-ambiente e infrastrutture dell'Assessorato regionale all'Agricoltura, il cui dirigente Gianni Ibba spiega che "il Bando, aperto sul finire del Psr, è un importante test di prova per la prossima programmazione ed un' occasione rilevante per gli agricoltori che con passione tutelano queste cultivar e per far conoscere queste varietà antiche e dimenticate in più ampi mercati". Conclude Antonella Rocchi: "grazie a questa iniziativa arriveranno nelle tavole per essere gustati nelle varie tipologie di prodotti e arricchire l' offerta anche nei circuiti dell'enogastronomia locale". 
   

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