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Ipotesi allevamento semibrado, 'nuovi rischi di peste suina'

Ipotesi allevamento semibrado, 'nuovi rischi di peste suina'

Confagricoltura su emendamento collegato, 'sacrifici vanificati'

CAGLIARI, 28 luglio 2023, 19:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Sardegna rischia di fare "passi indietro" nella lotta alla peste suina a pochi mesi dall'apertura del 60% del territorio alla movimentazione dei suini e dei prodotti suinicoli fuori dal territorio regionale, un embargo rimasto in vigore per undici anni. Ora, dopo la restrizione delle aree della Sardegna sottoposte a limiti con il via libera della Commissione europea, è stato presentato dalla giunta regionale un emendamento all'articolo 2.6 bis, inserito nel collegato alla legge di stabilità 2023, in discussione l'1 agosto in Consiglio regionale e che prevede una ridefinizione dei tipi di allevamento di maiali da poter praticare in Sardegna.
    Alzata di scudi di Confagricoltura che si dichiara "contraria a qualsiasi modifica delle norme vigenti sulle tipologie di allevamento suino in Sardegna, già ampiamente disciplinate, poiché con la riapertura al pascolo brado si metterebbe di nuovo a rischio il sistema produttivo regionale, qualora arrivasse sull'Isola la variante di genotipo 2 della peste suina africana (Psa), o attraverso animali vivi o con carni non debitamente controllate. Tale genotipo - osserva il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele - più virulento e aggressivo della variante 1 giunta in Sardegna nel 1978 dalla penisola Iberica, è notevolmente diffuso in buona parte dell'Europa centro orientale e, nei cinghiali, anche in alcune province di Liguria, Piemonte, Lazio, Calabria, Campania e Lombardia".
    "Confagricoltura - prosegue -, quando sentita dalla Regione, ha sempre manifestato la propria contrarietà a questo tipo di proposta. Nei pochi incontri organizzati abbiamo ribadito come 40 anni di Psa abbiano flagellato i nostri allevamenti e portato il comparto ai minimi storici, con una media di capi che nelle ultime stagioni ha superato di poco i 180mila. Abbiamo ricordato quanto è stato faticoso per i nostri allevatori, in termini di mancati guadagni e di economie investite per rispettare le nuove regole di biosicurezza, raggiungere l'eradicazione. Un traguardo certificato appena pochi giorni fa dal governo nazionale nonostante il virus attivo sia scomparso in Sardegna dal 2018 nei maiali domestici e dalla primavera del 2019 nei cinghiali.
    Ora si vuole aprire al pascolo brado e nell'emendamento lo si definisce 'allevamento semibrado regolamentato'. Ma cosa vuol dire? Con un'apertura al pascolo brado si pregiudicherebbe inoltre la possibilità, molto concreta, che la Commissione europea abroghi nei prossimi mesi le ultime misure restrittive che gravano sulle zone centrali della Sardegna, tra Nuorese e Ogliastra, penalizzando ancor di più gli allevatori in regola rispetto a quelli che non hanno mai voluto osservare le norme".
   

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