La ricomparsa della blue tongue
nel 2021 ha portato alla morte di oltre 41.000 capi ovini a
seguito della registrazione sul territorio regionale di 3.252
focolai che hanno interessato oltre 1.152.000 capi. I dati,
rilanciati da Copagri, sono emersi martedì scorso quando si è
tenuto, in videoconferenza, un incontro tra le organizzazioni
professionali agricole e il direttore del Servizio sanità
pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell'assessorato
della Sanità, Antonio Montisci convocato per un aggiornamento
sulle azioni volte a contrastare la malattia.
"Dall'analisi condotta - informa Pietro Tandeddu, direttore
regionale di Copagri, che ha partecipato alla riunione - ne esce
un quadro sconfortante. Dopo avere condiviso con l'assessorato
l'esigenza di provvedere alla vaccinazione dei bovini, di tutti
gli ovini adulti presenti nelle aree a maggior rischio e di
tutta la rimonta, avevamo sollecitato l'assessorato ad
anticipare le operazioni di vaccinazione partendo dalla rimonta,
da eseguirsi nei mesi di febbraio-marzo, per concludere
effettivamente il tutto entro il mese di luglio. Ebbene -
aggiunge - nonostante la disponibilità dichiarata di 1.200.000
dosi di vaccino ( ne mancherebbero 120.000 ) i capi vaccinati ad
oggi assommano a 255.000 a fronte di 5.800 allevamenti
interessati per un totale di 1.100.000 capi esclusa la rimonta.
Unico segnale positivo la recentissima decisione del ministero
di rimodulare i territori soggetti a restrizione per la presenza
del sierotipo 3 ma va tenuto presente che il sierotipo
prevalente in Sardegna è quello 4. Difficoltà si rilevano anche
per la vaccinazione dei bovini", conclude.
"Riemergono - prosegue Ignazio Cirronis, presidente regionale di
Copagri Sardegna - forti carenze di indirizzo politico:
permangono difficoltà nel rapporto assessorato e Asl; non si
concretizza il potenziamento del personale; ad oggi non un
centesimo di ristoro è pervenuto agli allevatori".
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