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Record di Falchi pescatori in Sardegna, 45 svernano su Isola

Record di Falchi pescatori in Sardegna, 45 svernano su Isola

Volontari "esemplari a rischio, serve piano per tutela"

ORISTANO, 27 gennaio 2022, 16:06

Redazione ANSA

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Falco Pescatore (Foto Lipu) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Falco Pescatore (Foto Lipu) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Falco Pescatore (Foto Lipu) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono almeno 45 i Falchi pescatori svernanti in Sardegna, un record per gli ultimi 5 anni e che conferma una tendenza positiva emersa anche per la penisola Iberica, probabilmente da mettere in relazione con i cambiamenti climatici. E' quanto emerge dal censimento del Falco pescatore coordinato dal gruppo sardo di ricerca e dalla Lipu.

"Questo censimento ha confermato come le zone umide dell'Oristanese rappresentino per questa specie l'area di svernamento più importante nel bacino del Mediterraneo - fanno sapere i coordinatori del progetto Alberto Fozzi, Francesco Guillot e Gabriele Pinna - Lo stagno di Mistras registra la massima concentrazione di individui grazie a particolari caratteristiche legate alla pescosità, profondità e trasparenza delle acque. Grazie all'analisi delle letture degli anelli, di cui alcuni esemplari fra quelli censiti sono muniti, si è potuto determinare come diversi falchi provengano dall'Europa centrale e settentrionale e condividano così le aree di svernamento con quelli che si riproducono lungo le coste del Mediterraneo".

La Sardegna ha quindi un ruolo rilevante nella conservazione di questa specie non solo come importante area di svernamento ma anche come luogo di sosta durante la migrazione che porterà poi molti esemplari a trascorrere l'inverno o a spostarsi nelle zone umide dell'Africa occidentale. "Inoltre dal 2020 una coppia ha scelto le falesie della Sardegna per fare il nido; era dalla fine degli anni Sessanta che non si schiudevano uova di Falco pescatore nella nostra isola, ad oggi ben cinque i piccoli si sono involati con successo - spiegano ancora - Il Falco pescatore in Italia è incluso nella Lista rossa, classificato come a rischio critico: è pertanto necessario e urgente che quanto prima si possa costituire un tavolo tecnico per definire un piano d'azione perla sua conservazione".
   

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