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Uruguay

Uruguay (foto: ANSA)

Uruguay, grinta e esperienza per squadra Alonso

Dopo aver superato una difficile fase di qualificazione, l’Uruguay è riuscita a conquistare il diritto di partecipare a Qatar 2022, il suo quarto Mondiale consecutivo. In panchina, a risollevare le sorti della nazionale uruguaiana è stato chiamato lo scorso anno Diego Alonso che è subentrato ad Oscar Washington Tabárez che ha lasciato la panchina della nazionale dopo 15 anni. La Celeste si presenta al mondiale qatariota con una squadra composta da campioni ormai leggendari, ancora desiderosi di dimostrarsi all’altezza del palcoscenico iridato, come Edinson Cavani e Luis Suarez, e giovani prospetti che si stanno mettendo in mostra agli occhi dei grandi club europei. L'Uruguay rappresenta sempre una minaccia nella Coppa del Mondo. Grazie alla "garra charrúa", termine coniato per definire la grinta dei calciatori uruguaiani. Il percorso della 'celeste' ha avuto più bassi che alti, portando inevitabilmente alla fine di un ciclo con l’uscita di scena di Tabárez, l’allenatore che aveva preso la gestione tecnica nel 2006 ed ha scritto le pagine più gloriose della storia della nazionale. Semifinalista in Sudafrica 2010 e campione della Coppa America 2011, il Maestro è stato alla guida del suo paese nelle edizioni mondiali del 2010, 2014 e 2018. Il debutto del prossimo 24 novembre contro la Corea del Sud sarà la prima partita in un Mondiale da vent’anni a questa parte senza Tabárez in panchina.Luis Suarez ed Edinson Cavani formano, a 35 anni, una straordinaria coppia di attaccanti che si prepara a giocare in Qatar l'ultimo Mondiale. Se i due centravanti hanno brillato nei più grandi club europei, hanno fatto brillare anche la maglia di Celeste. Nati a 21 giorni di distanza l'uno dall'altro, occupano il primo e il secondo posto dei capocannonieri della storia della selezione: 68 gol per Suarez (in 134 presenze) e 58 per Cavani (in 133 incontri). Hanno portato l'Uruguay alle semifinali della Coppa del Mondo 2010 in Sud Africa, ai quarti di finale della Coppa del Mondo 2018 in Russia e alla vittoria della Copa America 2011 in ArgentinaFacendo affidamento ancora sui pilastri del ciclo di maggior successo, Alonso ha portato avanti un rinnovamento drastico ringiovanendo alcuni settori importanti della rosa, che annovera tra le sue fila giocatori importanti accasati in Europa, quali Federico Valverde e Darwin Núñez. Valverde è considerato uno dei migliori centrocampisti al mondo. Giocatore chiave nella struttura del potente Real Madrid, dove ha persino indossato la fascia di capitano in alcune occasioni, è un tuttofare capace di essere determinante su entrambe le fasce. Paradigma del centrocampista moderno, è un giocatore a tutto campo molto completo, che unisce sacrificio in difesa, intensità e gol. Sebbene il suo nome non sia tra i più sponsorizzati a livello mediatico, sarà una delle grandi figure della Coppa del Mondo.Polivalente e versatile, può ricoprire ruoli e funzioni diverse nel centro del campo: interno nel 4-3-3, esterno destro in un 4-4-2 o addirittura centrale in una linea mediana a cinque.Raccogliendo l’eredità di Diego Forlán, Luis Suárez ed Edinson Cavani, ora è Núñez ad innamorare un gigante del Vecchio Continente: il Liverpool di Jurgen Klopp ha sborsato quasi 100 milioni di euro per assicurarsi il goleador che polverizzava le reti nel Benfica portoghese. Sebbene con alti e bassi nei primi mesi con il club di Anfield Road, Núñez ha dimostrato il suo valore. In un reparto offensivo che ancora conta sulle stelle Cavani e Suárez, il nome di Núñez rappresenta una potenziale sorpresa della Coppa del Mondo.La Celeste è protagonista di due degli eventi simbolo della storia della Coppa del Mondo. Il primo fu nella prima edizione del 1930 quando si laurearono campioni in casa; gli anfitrioni, che avevano già dominato nel calcio con la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici, si presentarono da favoriti e rispettarono il pronostico nella prima edizione della massima competizione calcistica. Vent’anni dopo ammutolirono il paese che ad oggi ha vinto più titoli mondiali nella storia. Per mano di Obdulio Varela, l’Uruguay infranse i sogni di un Brasile che ancora oggi ricorda la sconfitta che li privò della gioia di festeggiare il titolo al Maracaná. Nelle edizioni più recenti, la sempre competitiva squadra charrúa è stata semifinalista a Sudáfrica 2010 e ora i giocatori di spicco di una generazione storica sperano di alzare la Coppa del Mondo in Qatar.

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