(ANSA) - ROMA, 08 SET - "Bisogna scongiurare il rischio che
la proposta di legge sull'equo compenso finisca, di fatto, su un
binario morto. Noi continuiamo a batterci per un ampliamento
significativo dei suoi ambiti di applicazione, e affinché non
vada sprecata questa importante occasione per estendere tutele e
garanzie, specie ai più giovani. Per questo, ci auguriamo che il
ministero dell'Economia possa fornire al più presto la relazione
sulla quantificazione degli oneri derivanti dalle ipotesi di
restyling della norma". Parola del vicepresidente del Consiglio
nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta, in merito al
testo unificato (prima firmataria la leader di FdI Giorgia
Meloni, in cui sono confluite le proposte normative dei deputati
della Lega e di Fi Jacopo Morrone e Andrea Mandelli, ndr) che, a
fine luglio, era approdato nell'Aula della Camera per la
votazione, ma è stato poi bloccato dal parere negativo della
Commissione Bilancio sulla mancanza di risorse adeguate alla sua
applicazione. L'auspicio della categoria professionale, recita
una nota, è che "dopo aver conosciuto l'esatta entità degli
oneri calcolati dal ministero, il Parlamento possa impegnarsi
con spirito unitario per ricercare le opportune coperture e far
quindi uscire la proposta di legge dall'attuale situazione di
stallo". Attraverso documenti e audizioni parlamentari, l'Ordine
nazionale dei commercialisti si è più volte espresso sulla
"necessità di ampliare l'ambito applicativo delle disposizioni
di tutela dell'equo compenso, indicando in particolare
l'opportunità di estendere tale disciplina, oggi vigente solo
nella contrattazione massiva tra professionista e contraente
forte, ossia banche e assicurazioni, ovvero tra professionista e
Pubblica amministrazione, anche ad un qualsiasi accordo con un
diverso cliente - committente, eliminando qualsiasi riferimento
alla natura, o alla dimensione di quest'ultimo", si legge, in
conclusione. (ANSA).