(ANSA) - ROMA, 05 OTT - L'obbligo di possedere ed esibire il
green pass per accedere in uno studio professionale "è
certamente condivisibile, ma potrebbe creare problemi
organizzativi e gestionali per i professionisti chiamati a
rispettare la norma": ad esprimersi così, in audizione presso la
Commissione Affari Costituzionali del Senato, è stato il
presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, che ha segnalato
alcune criticità del decreto legge che dal prossimo 15 ottobre
estende l'obbligo della certificazione verde Covid - 19 nei
luoghi di lavoro. Auspicando un aggiornamento del "Protocollo
anticontagio", sottoscritto dalle parti sociali al ministero del
Lavoro, per arrivare a un corpus unico con le indicazioni
operative sulle procedure da utilizzare in azienda, l'attenzione
del numero uno della Confederazione di varie categorie di
lavoratori autonomi si sofferma, in particolare, sugli studi
professionali, dove l'accesso è aperto non solo a dipendenti,
lavoratori autonomi e collaboratori, ma anche ai clienti dei
professionisti. "È questa una delle principali criticità che
emerge dalla lettura del decreto all'esame della Commissione
Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Se il cliente - ha
proseguito Stella - non esibisce il green pass, la sicurezza e
la salute dei lavoratori di studio non può essere garantita".
Secondo Confprofessioni quindi, anche i clienti dei
professionisti, come pure altri visitatori, dovrebbero essere
tenuti a esibire la certificazione verde per accedere in studio.
Dubbi, infine, anche sull'incaricato dei controlli che la norma
affida a un dipendente, con il compito di trasmettere eventuali
violazioni al Prefetto. "In questo caso sarebbe opportuno
conferire al datore di lavoro il potere di trasmettere gli atti
al Prefetto a fronte di eventuale segnalazione del lavoratore",
si chiude la nota. (ANSA).