(ANSA) - ROMA, 09 SET - "L'auspicio di Confprofessioni è che
la legge sull'equo compenso vada avanti, ma certamente devono
esser fatti dei correttivi", perché il testo "non è proprio in
linea con le aspettative dei professionisti, perché si danno
delle regole troppo stringenti, sia per quello che riguarda
l'applicazione, sia per quello che riguarda anche le eventuali
sanzioni" comminate, in caso di mancata osservanza delle norme
sulla giusta remunerazione. A pensarla così il presidente della
Confederazione Gaetano Stella che, a margine dell'intervento di
questa mattina alla presentazione del Rapporto Welfare Index Pmi
di Generali, a Roma, ha affrontato il tema della legge (a firma
della leader di FdI Giorgia Meloni, nel quale sono confluite le
iniziative di altri deputati del centrodestra, ndr), il cui
percorso verso il voto in Aula, alla Camera, è stato bloccato,
alla fine di luglio, dopo il parere negativo della Commissione
Bilancio, a causa dell'assenza di adeguata copertura
finanziaria. "Ritengo - prosegue - che si possa trovare una
mediazione, togliendo il ruolo troppo allargato pronto per la
prossima protratto è allargato da parte dei Consigli nazionali
degli Ordini professionali", i quali "penso che non abbiano
alcun interesse a vigilare in maniera così pressante
sull'applicazione dell'equo compenso compenso" che, chiude
Stella, "deve esser per i professionisti un'opportunità, perché
il loro lavoro sia riconosciuto soprattutto dai committenti
forti e dalla Pubblica amministrazione". (ANSA).