(ANSA) - ROMA, 11 GIU - Cresce il fenomeno dei 'Neet' (i
giovani al di sotto dei 35 anni non impiegati, né impegnati in
percorsi di studio) nel Sud della Penisola: nella media del
2020, infatti, gli inattivi "sono saliti al 36,1% nel
Mezzogiorno dal 35,8% nel 2019, ed al 18,6% nel Centro-Nord
rispetto al 16,6% nel 2019". E, in generale, la condizione
lavorativa meridionale è preoccupante, visto che "tra il 2008 ed
il 2020 è risultata in discesa l'occupazione "in tutte le
regioni del Mezzogiorno, con picchi elevati in Calabria (-10,4%)
e Sicilia (-8.9%) e relativamente bassi intorno al 3% in
Campania e Basilicata". A metterlo nero su bianco è la Svimez,
in un Report confezionato per l'Ente bilaterale Enbic (che verrà
illustrato oggi pomeriggio, a Roma, nel corso del convegno
'Creare lavoro: priorità per il rilancio dell'economia del
Paese', cui prenderanno parte, tra gli altri, il direttore della
Svimez Luca Bianchi, il presidente di Enbic Fulvio De Gregorio
ed il segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro).
Dinamiche positive, si legge, "caratterizzano Toscana (+1,4%),
Emilia Romagna (+2,1%), Lombardia (+3,1%) e, soprattutto,
Trentino Alto Adige (+6,8%) e Lazio (+7,2%)". Tuttavia, viene
messo in luce nel documento, "con salari stagnanti e ore di
lavoro che scendono, non sorprende che il numero di persone che,
pur lavorando, sono comunque povere, potendo contare su un
reddito inferiore al 60% di quello medio, sia nettamente
aumentato: i poveri tra gli occupati in Italia erano l'8,9% nel
2004, sono saliti al 12,2% nel 2017 e 2018 e al 13% nel 2020".
(ANSA).