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CRV - Quinta commissione: via libera a incremento quota sanitaria per rette Ceod e comunità alloggio

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CRV - Quinta commissione: via libera a incremento quota sanitaria per rette Ceod e comunità alloggio

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

ok a report su cooperative sociali

14 luglio 2022, 15:48

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 14 lug. 2022 –      Via libera unanime da parte della commissione Sanità del Consiglio veneto, presieduta da Sonia Brescacin (Lega-Lv), al provvedimento di Giunta che aumenta dell’8,3 per cento, la quota di rilievo sanitario a carico della Regione nelle rette dei centri diurni e delle comunità alloggio per persone con disabilità. Il provvedimento di aggiornamento del fondo regionale per la non autosufficienza e di adeguamento tariffario prevede un incremento di spesa di 13.400.000 euro per l’anno in corso (su una spesa complessiva di oltre 170 milioni di euro) a beneficio degli enti gestori di servizi residenziali e semiresidenziali che in Veneto accolgono e assistono 10 mila persone con disabilità. L’adeguamento delle rette per i centri diurni e le comunità alloggio avrà valore retroattivo, a partire da gennaio 2022.

“L’adeguamento delle rette è una delle priorità che il sistema assistenziale veneto poneva all’amministrazione regionale. Questa decisione che riguarda due tipologie di unità offerta, centri diurni e comunità alloggio – ha sottolineato la presidente - risponde alle esigenze del territorio, dei Comuni, delle famiglie, e dà nuovo slancio alla riorganizzazione della rete dei servizi. Un’operazione a 360 gradi che dovrà coinvolgere anche le Rsa e le strutture per le gravi disabilità, secondo un nuovo concetto di filiera. Il Veneto si conferma pertanto regione attenta e sensibile, con quote di partecipazione superiori a quanto previsto dagli standard nazionali”.

La vicepresidente della commissione Annamaria Bigon (Pd) ha confermato l’apprezzamento del gruppo per la rivalutazione della quota sanitaria nelle rette per centri diurni e comunità alloggi, sollecitando nel contempo un ulteriore aumento delle disponibilità del fondo regionale per la non autosufficienza a fronte dei crescenti bisogni assistenziali. Invito analogo è arrivato anche dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni, che ha chiesto adeguate risorse nel bilancio regionale 2023 e nella programmazione futura della Regione.

Per conto di Fratelli d’Italia, il consigliere Tommaso Razzolini ha auspicato più flessibilità nella percentuale del 5 per cento di posti che le Ipab devono riservare alle persone con gravi flessibilità e negli strumenti e punteggi di valutazione del bisogno assistenziale e quindi dei corrispettivi regionali.

“Diamo il via libera ad un provvedimento che va nella giusta direzione - ha commentato Giuseppe Pan, a nome dell’intergruppo Lega-Lv – e va in aiuto dei bilanci degli enti locali, chiamati a sostenere le famiglie”.

Marco Zecchinato, segretario della commissione (Lega-Lv), ha evidenziato come il provvedimento crei le premesse per una nuova impostazione dei servizi abitativi per le persone con disabilità, aprendo anche a progetti personalizzati e flessibili.

La commissione Sanità del Consiglio veneto ha inoltre preso atto, a maggioranza, dell’applicazione nel 2021 della legge regionale per lo sviluppo della cooperazione sociale. Lo scorso ano risultavano attive in Veneto 725 cooperative sociali: nonostante la flessione dei numeri in atto dal 2017, quando le coop sociali iscritte all’albo regionale erano 858, il Veneto rimane la regione a maggior densità di cooperative sociali. Il maggior numero di cooperative sociali cancellate o cessate dal registro regionale sono quelle di tipo A, che operano cioè nell’ambito sociosanitario. Più stabile invece la quota delle cooperative di tipo B, che danno occupazione a persone fragili o con disabilità. Le province dove la realtà della cooperazione sociale è più consistente sono Padova (178 cooperative iscritte all’albo regionale), Verona (147) e Vicenza (141). La commissione ha approfondito in particolare l’apporto delle cooperative sociali nella rete dei servizi sociali e assistenziali, in particolare nell’area della disabilità e del ‘Dopo di noi’ (21 cooperative sociali, 900 persone con disabilità seguite nei diversi percorsi di accoglienza e autonomia), dell’assistenza scolastica integrativa (un migliaio di studenti con disabilità della vista dell’udito assistiti nel territorio regionale) e nei penitenziari (20 cooperative sociali per progetti socio-educativi rivolti complessivamente a 555 detenuti). Nell’ultimo anno la Regione ha intensificato monitoraggio e vigilanza nel contrasto alla tratta e ai fenomeni dello sfruttamento e del caporalato.

 

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