(ANSA) - PERUGIA, 15 OTT - La Camera di commercio
dell'Umbria, in sinergia con Unioncamere, sarà uno dei punti di
riferimento sul territorio nell'attuazione della certificazione
di genere prevista dalla Strategia nazionale per le pari
opportunità 2021-2026 e dalle iniziative del Pnrr. L'intesa con
il ministero delle Pari opportunità assegna infatti ad
Unioncamere e al sistema camerale un ruolo chiave
nell'attuazione della certificazione. In accordo con il mondo
associativo e con la rete dei Comitati per l'imprenditorialità
femminile delle Camere di commercio, Unioncamere dovrà svolgere
azioni concrete e precise: mettere a punto la progettazione e
l'organizzazione di servizi per l'introduzione del sistema di
certificazione della parità di genere; gestire ed erogare i
pagamenti per i costi di certificazione; attivare servizi di
accompagnamento e assistenza tecnico-consulenziale, oltre a
promuovere e sensibilizzazione le imprese.
"Molte nostre imprenditrici ma anche imprenditori ritengono le
pari opportunità nei luoghi di lavoro un obiettivo importante da
perseguire e la certificazione di genere, anche con le
agevolazioni che prevede per le imprese che la acquisiscono, ne
rappresenta una tappa importante. Il nostro sistema camerale
affiancherà le imprese, soprattuto le Pmi che hanno bisogno di
un supporto maggiore, nel delicato passaggio di dare attuazione
concreta alle azioni che la certificazione richiede, una
certificazione che resta volontaria per le imprese, ma con una
premialità incentivante molto interessante, compresi i vantaggi
fiscali" sottolinea il presidente della Camera di commercio
dell'Umbria, Giorgio Mencaroni.
La certificazione - spiega l'ente camerale - potrebbe
rappresentare anche un salto di qualità nella promozione
dell'occupazione femminile, perché consente di monitorare
l'efficacia delle politiche aziendali, migliorando le attuali
criticità. L'alto tasso di femminilizzazione del sistema
imprenditoriale umbro risponde infatti, sia pure parzialmente,
ad una logica di autoimpiego da parte di una componente
femminile che non riesce ad essere assorbita dal mercato del
lavoro.
Al primo semestre 2022 sono 20.559 le imprese femminili attive
in Umbria, positivo il ritmo delle iscrizioni/cessazioni. Sono
infatti 326 le imprese nate durante i primi sei mesi dell'anno,
mentre 236 quelle che hanno cessato l'attività. Un esercito,
quello delle donne d'impresa, in costante crescita e che ha
"retto", anche durante la crisi innescata dalla pandemia.
Per quanto riguarda le forme giuridiche, l'impresa individuale è
largamente la forma più rappresentativa con 13.913 aziende
attive in tutta la regione su 20.559. Seguono ma a forte
distanza le società di capitali (sono 3.664). Nel giro di un
anno, ossia dal primo semestre 2021 al primo semestre 2022,
analizzando le variazioni percentuali, il Registro Imprese
fotografa la contrazione più marcata per la forma d'impresa
cooperativa, che in 12 mesi perde l'8,2 delle proprie aziende
attive in Umbria. Una crisi molto più marcata a Terni, dove la
variazione percentuale segna -13,2%. Si difendono bene invece le
società di capitali, che segnano su base annua in regione una
crescita del 5,4%. L'età media delle donne che fanno impresa è
alta. Basti pensare che oltre 10mila delle capitane d'impresa
hanno più di 70 anni. Appena 23.591 hanno meno di 50 anni (fra
30 e 49 anni). (ANSA).