(ANSA) - BOLOGNA, 12 MAG - L'occupazione cala in
Emilia-Romagna nel 2020 ma meno del previsto e con forti
differenze settoriali: la pandemia ha colpito diversamente e
quindi da un lato c'è l'aumento degli occupati in attività
legate a informatica e servizi finanziari, mentre cali pesanti
hanno interessato il commercio, la ristorazione, i servizi di
somministrazione di lavoro, la subfornitura meccanica e la moda.
È la fotografia scattata da uno studio di Unioncamere
Emilia-Romagna.
Nella media del 2020 gli addetti nelle imprese sono diminuiti
dell'1,4% (-23.482) rispetto al 2019, grazie a misure adottate a
salvaguardia dell'occupazione. In totale sono risultati poco più
di un milione e 700mila. La riduzione dei dipendenti è stata
meno rapida (-1,2%) di quella degli indipendenti (-1,8%).
La tendenza negativa è stata trainata dall'andamento dei
servizi, dove si sono persi 5.991 occupati (-2%). Ad avere
pagato lo scotto maggiore sono stati gli occupati nella
ristorazione (-4.600, -3,3%) e nei servizi di alloggio (-2.733,
-8%), per il 90% dipendenti. Nelle attività creative, artistiche
e di intrattenimento hanno perso il posto 1.005 dipendenti
(-13,5%).
Ci sono anche settori dove l'occupazione è aumentata: è il
caso delle attività di produzione di software, consulenza
informatica e attività connesse (+1.528 addetti, +7,1%).
Recuperando un pesante primo trimestre, l'industria chiude
l'anno con una perdita relativamente limitata di 4.508 addetti
(-0,9%). La perdita occupazionale più ampia per la fabbricazione
di prodotti in metallo (-2%). Male la moda (-6% nelle
confezioni, -7% nella pelletteria). Col segno più la
fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica;
apparecchi elettromedicali (+6,7%). Nonostante le gravi
difficoltà a impiegare manodopera nell'estate, in agricoltura
l'occupazione ha subito solo una lieve flessione (-0,3%).
(ANSA).