A frenare le imprenditrici italiane
è soprattutto la burocrazia (56,4%), mentre sembrano essere in
calo gli stereotipi e i pregiudizi di genere (13,5%). Lo rileva
l'Osservatorio Women in Business condotto da SumUp, azienda che
opera nel settore dei pagamenti digitali e soluzioni innovative
cashless.
Motivano le imprenditrici italiane ad aprire un'attività
soprattutto il desiderio di fare impresa (20,5%) e la
possibilità di essere creative (21%), mentre nelle altre nazioni
i principali fattori sono la voglia di autonomia professionale
(54,5% in Francia) e personale (work-life balance al 37,7% nel
Regno Unito). Oltre alla burocrazia è un freno la gestione degli
impegni familiari (21,9%), ma anche la scarsa fiducia in sé
stesse. Dall'analisi condotta da SumUp emerge inoltre tra le
imprenditrici italiane un mindset non positivo, oltre a un
evidente senso di inadeguatezza: 4 imprenditrici su 10 ritengono
di avere più difficoltà a far crescere un'impresa rispetto agli
uomini. Un cambio di mentalità potrebbe, però, essere già in
corso: il 38% tende ad avere una forza lavoro composta tra il 75
e il 100% da donne, contribuendo a rafforzare l'empowerment
femminile.
"C'è una grande potenzialità del femminile nel business, e
in Italia è ancora in parte inespressa", commenta Umberto Zola,
Growth Marketing Lead di SumUp. "I dati ci dimostrano che
bisogna lavorare su due fronti. Da un lato burocratico e
legislativo, per supportare l'imprenditoria al femminile con
progetti dedicati. Dall'altro, sociale: sono ancora troppe le
donne che si scontrano con pregiudizi e micro disuguaglianze. In
questo senso, la tecnologia può fungere da abilitatore positivo
per fare impresa, offrendo a tutti le stesse possibilità".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA