La produzione di mieli italiani
riesce a soddisfare appena il 50% della domanda interna, ma la
qualità e sicurezza alimentare nel 90% è superiore alle stesse
norme di legge. Il comparto ha quindi grandi possibilità di
sviluppo, tuttavia deve fare i conti con la moria delle api,
conseguenza della crisi climatica, dell'uso dei pesticidi, della
rarefazione dei campi con essenze attraenti per gli insetti
impollinatori. Tutti fattori che non danno garanzie sulla
continuità del volumi produttivi, nel 2021 stimati in 12.450
tonnellate, un record negativo, con l'assenza quasi totale,
dovuta alle anomalie climatiche, dei mieli da fiori d'acacia al
nord e di agrumi al sud.
A fare il punto sul comparto, nella Giornata mondiale delle
api, è stato Giancarlo Naldi, direttore dell'Osservatorio
Nazionale Miele, oggi a Stupinigi (Torino) per 'Incontri di
filiera' organizzato dall'assessorato all'Agricoltura e Cibo
della Regione Piemonte e da VisitPiemonte.
Gli apicoltori in Italia sono 73.148 e detengono in totale
quasi un milione e mezzo di alveari e oltre 227 mila sciami. Il
71% degli apicoltori produce per autoconsumo, il 29% per il
mercato, secondo i dati dell'Osservatorio nazionale miele
aggiornati al 31 dicembre 2021.
La Regione Piemonte sostiene la filiera attraverso il Piano
apistico regionale 2019-2022, con una dotazione finanziaria di
1,3 milioni di euro, destinata alle aziende apistiche e alle
associazioni dei produttori per l'assistenza tecnica e per le
iniziative di promozione.
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