(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 29 APR - Meerab Mohsin, è una
sedicenne cattolica pachistana di Orangi Town, città situata
nella parte nord-occidentale di Karachi, in Pakistan. Meerab è
stata vittima sia di violenza sessuale, finalizzata a un
matrimonio forzato, sia di conversione forzata alla religione
del presunto responsabile di tale violenza, Noman Abbas.
Quest'ultimo ha precedenti penali per reati analoghi. La
minorenne è riuscita a fuggire raggiungendo i genitori, a
seguito della decisione del giudice, presso il Panah Shelter
Home di Karachi. Fonti della fondazione pontificia Aiuto alla
Chiesa che Soffre rendono noto che il tribunale di Karachi Ovest
ha disposto che la minorenne sia nuovamente affidata al padre,
Mohsin Gulzar.
La sua avvocata, Tabassum Yousaf, patrocinante presso l'Alta
Corte del Sindh, in un colloquio con Acs racconta che "Meerab
attualmente è molto confusa, psicologicamente traumatizzata e
fisicamente molto provata. Ha bisogno di assistenza medica".
Quanto alla tutela fisica della minorenne, prosegue il legale,
"nessuno, a livello istituzionale, provvede alla sicurezza della
bambina o della famiglia. Ci sono alcuni volontari cristiani che
a turno vanno a visitarli per senso di solidarietà cristiana. I
tre cugini del rapitore, accusati dalla famiglia di averlo
aiutato, ora sono liberi su cauzione e abitano proprio nella
casa del rapitore che è di fronte a quella della bambina, sulla
stessa strada. Ovviamente loro, insieme ai gruppi islamisti,
sono una minaccia significativa per la sicurezza della minorenne
e della sua famiglia". C'è anche un problema ulteriore, tuttora
irrisolto. Tabassum Yousaf spiega che i genitori "sono molto
preoccupati per la decisione ambigua del tribunale. La famiglia
potrebbe essere costretta a restituire la figlia a quello che
rimane tuttora suo marito, visto che il tribunale non ha
annullato il matrimonio". "Meerab Mohsan - spiega la legale - è
stata consegnata alla famiglia dal tribunale di Karachi solo
sulla base delle sue dichiarazioni e non in applicazione della
legge contro un reato. Il tribunale non ha né annullato il
matrimonio né l'ha dichiarato illegale".
I casi analoghi a quelli di Meerab sono circa 2.000 l'anno.
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha deciso di sostenere le spese
legali di questi casi. (ANSA).