(ANSA) - ROMA, 28 APR - Il Covid ha colpito gli anziani non
solo sotto il profilo sanitario ma anche perché ha aumentato il
loro isolamento in Rsa e Case di riposo che sono ormai
"un'eterna zona rossa". La denuncia arriva dalla Comunità di
Sant'Egidio che ha svolto un'indagine nazionale, su 237
strutture in 11 città e 10 regioni italiane. "La vita in Rsa o
in Casa di riposo si è fatta durissima, insostenibile. Malgrado
appelli, evidenze scientifiche e le raccomandazioni delle
istituzioni sugli effetti nefasti della solitudine e
dell'isolamento, e nonostante le vaccinazioni, nelle strutture
per anziani dobbiamo constatare che nulla è cambiato",
sottolinea Sant'Egidio.
Dall'indagine risulta che il 64% delle strutture esaminate
non consente alcun tipo di visita ai propri ospiti, e solo il
15% ammette, oltre ai parenti, amici e volontari; la cosiddetta
stanza degli abbracci di cui si è a lungo parlato, dopo un anno
è presente in meno del 20% delle strutture esaminate; il
servizio delle video-chiamate è presente in meno della metà
delle strutture; nel 61,18% delle strutture analizzate è
proibita ogni tipo di uscita, comprese quelle per effettuare
esami medici specialistici; l'assistenza religiosa, diritto
fondamentale, è assente nel 65% delle strutture.
"Quello che chiediamo - afferma Marco Impagliazzo, presidente
della Comunità di Sant'Egidio - è che questi diritti negati
vengano immediatamente ripristinati e che si proceda poi ad un
ripensamento profondo, come è scritto nel Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza, ad una 'riconversione' di queste strutture
verso un modello di assistenza che consenta realmente ai nostri
anziani di essere curati e sostenuti sul territorio, a casa
propria".
Sant'Egidio dunque chiede: "Che vengano consentite le visite
in sicurezza a parenti e volontari, attraverso la fornitura di
dispositivi Dpi all'ingresso e mediante l'effettuazione di
tamponi; che vengano considerate le maggiori fragilità degli
ospiti che non hanno alcun legame familiare effettivo; che
vengano predisposti spazi adeguati, interni ed esterni alle
strutture, per consentire le visite con dignità ed in sicurezza;
che le modalità di predisposizione delle visite siano 'adeguate'
nella loro durata temporale (almeno 30 minuti) e negli orari
stabiliti (mattina e pomeriggio); che venga consentito agli
ospiti vaccinati l'uscita dalle strutture per effettuare visite
mediche e, nel caso di ospiti autosufficienti, anche
l'espletamento di necessità legate alle loro attività quotidiane
interrotte da un anno; che vengano ripristinate le attività di
riabilitazione e socializzazione; che venga effettivamente
implementato un servizio di video-chiamate concretamente
utilizzabile da tutti gli ospiti, anche da quelli parzialmente o
non autosufficienti; che venga garantita la fruizione da parte
di tutti gli ospiti dell'assistenza religiosa ove richiesta".
(ANSA).