Il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le Scienze su matrimonio e famiglia (JP2) e la Pontificia Accademia per la Vita (PAV), "due istituzioni della Santa Sede che ho l'onore di servire", "che sono anzitutto laboratori di pensiero, oltre allo svolgimento responsabile e creativo delle mansioni di loro competenza, due accademie di pensiero", hanno avvertito l'esigenza di "coinvolgere alcuni ricercatori nell'ambito della teologia, nell'allestimento di un percorso mirato e concreto sul futuro del pensiero cristiano in ordine alla comunicazione della fede e alla forma della teologia nel quadro della forma ecclesiale, umana e civile che, dopo la pandemia, dovrà congedarsi da alcuni cliché di un'epoca cristiana che tramonta e del nuovo 'kairos' della condizione umana che si annuncia".
Lo ha detto l'arcivescovo Vincenzo Paglia, gran cancelliere dell'Istituto JP2 e presidente della PAV, aprendo il dialogo a tre voci "Oggi e domani. Immaginare la teologia", che vede protagonisti tre grandi nomi della teologia contemporanea come Christoph Theobald, Elmar Salmann e Pierangelo Sequeri. All'inizio di questo confronto "per una rifondazione epistemologica" della teologia, promosso dalla cattedra 'Gaudium et Spes', Paglia ha fatto un annuncio.
"Questo nostro incontro è come l'evento inaugurale di questo processo, il suo 'preludio' simbolico", ha affermato. Il percorso che seguirà - e che avrà come indirizzo di apertura un appello dal titolo "Salviamo la fraternità: insieme. Un appello per la fede e il pensiero", di prossima pubblicazione - "vedrà una successione di eventi che avranno lo scopo di attivare una 'polifonia' di contrappunti e di sviluppi di questa duplice domanda. La nostra teologia potrà avere un futuro degno della sua tradizione? E reciprocamente: il futuro che abiteremo potrà avere una teologia all'altezza del suo 'kairos'?".
Secondo mons. Paglia, "l'interrogativo è rivolto a tutti coloro che sono interessati, in diverso modo, a ragionare su ciò che 'dà da pensare' a partire dall'esperienza religiosa e dalla testimonianza della fede". E intende coinvolgere, "alla pari, in questo confronto, gli intellettuali credenti che sono lealmente disposti a considerare la parola di Dio - e la parola Dio - come un bene comune e non come una proprietà privata".
"Inizieremo con cento teologi e cento intellettuali che si confrontano - ha fatto sapere Paglia -. La teologia accetta il dialogo diretto con il pensiero e le prove della storia, per rendere ragione, con la trasparenza di una lealtà intellettuale che deve rappresentare un punto d'onore per l'intelligenza della fede, del logos della speranza che la fede porta agli umani. Non si ferma ai suoi adepti. La speranza che ci accomuna, infatti, è almeno questa: quella di aiutarci, insieme, a non abitare la terra ferocemente e invano. E per ciò stesso, ad onorare il mistero di una origine e di una destinazione che ci sovrastano".
"Contiamo sul fatto - ha concluso l'arcivescovo - che l'evento inaugurale di questo progetto, già simbolicamente indirizzato all'illustrazione di una possibile 'fraternità intellettuale' che coinvolge la teologia in modo diretto e con stile dialogico, possa offrire una chiave di accesso orientativa e coinvolgente per questo cammino".