Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, è intervenuto sul caso Estermann, il duplice omicidio e suicidio avvenuto il 4 maggio 1998 nella Città del Vaticano, per chiedere al Tribunale di dedicare "particolare attenzione" all'istanza della madre di Cédric Tornay - il vice caporale delle Guardie Svizzere che avrebbe ucciso il comandante Alois Estermann e la moglie Gladys Meza Romero, per poi togliersi la vita - di accedere al fascicolo delle indagini, "al fine di venire incontro al desiderio comprensibile della signora Baudat e gli altri familiari di Cédric di conoscere i particolari di quella vicenda così dolorosa", spiega all'ANSA l'avvocato della famiglia, Laura Sgrò.
Avendo sempre contestato la ricostruzione fornita dalle autorità vaticane e la tesi del doppio omicidio e del suicidio del figlio, la madre di Tornay, Muguette Baudat, aveva chiesto il 13 dicembre 2019, tramite l'avv. Sgrò, di riaprire le indagini sul fatto di sangue che, esattamente 23 anni or sono, aveva destato enorme scalpore in tutto il mondo. L'istanza per l'accesso al fascicolo integrale era stata depositata allora al Tribunale vaticano, rilevando numerose "criticità" nella ricostruzione dei fatti e la possibilità di presentare "nuove prove".
"Il 22 gennaio del 2021, essendo passati ben 13 mesi dalla prima richiesta che ho fatto per conto della signora Baudat di accesso al fascicolo del povero Cédric, stanca di non avere risposta neppure ai ripetuti solleciti che avevo depositato, ho deciso di depositare l'ennesima richiesta, inviandola anche al cardinale Parolin con una nota personale", afferma la legale della famiglia Tornay.
"Sua Eminenza mi ha risposto con una missiva datata 30 marzo 2021 nella quale mi diceva di avere chiesto, nel rispetto delle norme vigenti, al presidente del Tribunale di dedicare particolare attenzione all'istanza, al fine di venire incontro al desiderio comprensibile della signora Baudat e gli altri familiari di Cédric di conoscere i particolari di quella vicenda così dolorosa", rivela l'avv. Sgrò.
A seguito di ciò, la legale ha chiesto un colloquio con il presidente Giuseppe Pignatone: "il quale mi ha immediatamente ricevuto - fa sapere -. Il presidente mi ha comunicato di non avere competenza sulla vicenda, ma di potere solo sollecitare".
La risposta all'istanza, infatti, deve essere data dal giudice unico su parere del promotore di giustizia, "che non l'ha mai fornito nonostante i numerosi solleciti, perdurati, a oggi, per sedici mesi. Un anno e quasi cinque mesi per scrivere un parere".
"Ringraziamo il Segretario di Stato per l'interessamento - è la prima volta che la famiglia riceve una comunicazione dalle autorità vaticane - ma continuiamo a non comprendere perché alla signora Baudat non venga concesso di conoscere quelle carte che bollano il suo adorato figlio come un assassino", conclude l'avvocato Sgrò.
La magistratura vaticana, nella persona del giudice Gianluigi Marrone, nel 1999 aveva archiviato l'inchiesta sul duplice omicidio e suicidio dopo aver concluso che Tornay aveva ucciso con dei colpi d'arma da fuoco il neo-comandante Estermann e la moglie in preda a un raptus causato dal rifiuto di una promozione, per poi togliersi la vita. Una tesi a cui la madre di Tornay non ha mai creduto.