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Oms-Europa: salute perno per coesione e sviluppo economico

Scano (responsabile Balcani), tema ha un aspetto geopolitico

04 ottobre, 22:13
(ANSA) - TRIESTE, 04 OTT - "Uno degli aspetti positivi della pandemia è che ha messo in luce il valore della sanità. In moltissimi Paesi la governance in tema sta cambiando: non è più unicamente di responsabilità del ministero della Salute, ma è trattata in Consiglio dei ministri, proprio come si farebbe per temi legati all'energia o allo sviluppo economico. Questo approccio non deve essere limitato al Covid. L'investimento in salute va considerato un perno principale dello sviluppo economico del Paese, allacciato alla Ricerca e sviluppo e all'Innovazione". Ne è convinto Fabio Scano, rappresentante dell'Oms in Serbia e inviato speciale per i Balcani occidentali da parte del Direttore regionale, a Trieste per un convegno co-organizzato da Ince e Oms. "Stiamo affrontando periodi geopolitici tremendi. Penso alla crisi in Ucraina, a nuove minacce di epidemia e pandemia. Più c'è tensione e i leader dei governi hanno difficoltà a dialogare, più la Salute può essere la carta politica neutrale che li avvicina. Nella regione dove lavoro, i Balcani occidentali, gli argomenti di tensione non mancano, ma tra quelli di unione può esserci proprio la salute della popolazione", ha continuato. "L'approccio però non deve essere settoriale. Potrebbe essere a cavallo tra salute e commercio, come per esempio si potrebbe fare sul tema dei farmaci, iniziando con i vaccini. Si potrebbe creare una piattaforma all'interno dei Balcani occidentali che faciliti il potere d'acquisto di questi piccoli Paesi, svantaggiati nell'acquisire i farmaci. Ci sono possibilità immense su questo.

Proprio quest'area è quella dove c'è la spesa 'out of pocket' più alta in salute per i cittadini; ci sono forze di mercato immense che vanno gestite", ha spiegato Scano. "Il fatto che la salute ha un'identità politica è stato visibile con il tema dei vaccini. - ha rimarcato - Qui la solidarietà ha giocato un ruolo importante, con vantaggi dal punto di vista geopolitico. E la solidarietà è stata tanta: la Serbia ad esempio ha donato vaccini alla Bosnia nel marzo 2021. Certo, il fatto che nei Balcani i vaccini siano arrivati tardi ha determinato anche un certo grado di 'vaccine hesitancy'; stiamo lavorando per capirne le cause e sviluppare interventi con le autorità locali. Va ricordato però che in certe fasce di popolazione, come quella degli over 70, la copertura vaccinale in Serbia è alta, sopra all'80 percento. Sarà importantissimo in vista dell'inverno che si continui con la vaccinazione, inclusa quella per l'influenza, soprattutto delle fasce più fragili per proteggerli e per proteggere il sistema sanitario", ha affermato. "Il rapporto tra Oms e Ince è partito all'inizio della pandemia e rappresenta proprio l'aver colto subito da parte del direttore regionale Hans Kluge e del segretario generale dell'Ince, Roberto Antonione, l'importanza del sodalizio tra salute, governance politica e politica estera, uno sforzo che dovrebbe essere facilitato da tutte le istituzioni nazionali ed internazionali" ha concluso. (ANSA).

YVP-DO/ S41 QBXK (ANSA).

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