L'opera consumerebbe l'11,5% del budget di carbonio dell'Ue per il periodo 2028-2050, che deve essere preservato per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali. "L'ostinato sostegno della Ue alle fonti fossili, oltre ad alimentare il disastro climatico, minaccia anche la pace", dichiara Simona Abbate, campaigner energia clima di Greenpeace Italia. "Il gasdotto EastMed è una bomba a tempo in una regione fortemente militarizzata e contesa. Rischia di riaccendere un conflitto sopito solo per permettere alle compagnie del gas e del petrolio di macinare profitti per altri vent'anni, sottraendo investimenti alle energie rinnovabili e per il risparmio energetico. La doppia minaccia della crisi climatica e dei conflitti armati è un chiaro avvertimento che le infrastrutture fossili non sono la soluzione per la sicurezza energetica".
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