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Bosnia: Belgrado chiede imparzialità ad Alto rappresentante

Vucic incontra il nuovo responsabile Schmidt

09 settembre, 15:54
(ANSA) - BELGRADO, 09 SET - Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha incontrato oggi a Belgrado il nuovo Alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt, al quale ha chiesto di esercitare le sue funzioni in modo imparziale e bilanciato. La Serbia, ha detto, rispetta l'integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina, come pure l'integrità della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba che compone la Bosnia-Erzegovina accanto all'altra entità, la Federazione croato-musulmana.

"I tre popoli della Bosnia-Erzegovina (serbi, bosgnacchi e croati), ha aggiunto Vucic, devono poter decidere del proprio destino con la minor ingerenza e pressione possibile dall'esterno". L'Alto rappresentante è una figura imposta dalla comunità internazionale con l'incarico di vigilare sull'osservanza degli accordi di Dayton che nel 1995 posero fine alla guerra di Bosnia. Tale figura, tuttavia, è fortemente avversata dalla componente serbo-bosniaca del Paese, secondo cui l'Alto rappresentante sarebbe stato istituito dalla comunità internazionale in funzione esclusivamente antiserba e favorevole invece alla componente bosgnacca musulmana. Il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik, appoggiato da Mosca, chiede per questo da tempo l'abolizione di tale figura, e si rifiuta di attenersi alle sue direttive, boicottando ogni sua decisione.

L'Alto rappresentante dispone di facoltà e ampi poteri che consentono anche l'eventuale destituzione di dirigenti e funzionari statali. Le posizioni si sono ulteriormente radicalizzate dopo che il predecessore del tedesco Schmidt, l'austriaco Valentin Inzko, lo scorso luglio, poco prima della fine del suo mandato, ha imposto la legge sul divieto di negare il genocidio di Srebrenica e di glorificare i criminali di guerra. Una decisione questa criticata anche da Belgrado, la cui dirigenza è legata a doppio filo con quella serbo-bosniaca.

Schmidt, insediatosi nel suo incarico a inizio agosto, ha detto oggi che la funzionalità dello Stato in Bosnia-Erzegovina è un fattore determinante per far sì che si arrivi a una situazione per la quale non sarà più necessaria la supervisione internazionale. Ciò, ha aggiunto, è importante al tempo stesso per favorire il processo di integrazione europea della Bosnia-Erzegovina. (ANSA).

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