Il bacino del fiume Vjosa in Albania,
ultimo grande fiume selvaggio d'Europa, e' rifugio di quasi 1100
specie animali e vegetali. Rendere questo territorio una riserva
della biosfera dell'Unesco permetterebbe, di trovare un
equilibrio sostenibile tra le attività umane e la protezione di
questo ambiente naturale. A questo scopo in questi giorni la
direttrice dell'Unesco Audrey Azoulay è in missione in Albania
per sostenere la protezione del Vjosa. Il fiume e i suoi
affluenti scorrono dalle montagne della Grecia alla costa
adriatica dell'Albania. Quest'area selvaggia è costituita da un
enorme mosaico di diversi tipi di habitat, dalle strette gole
nella parte superiore, agli ampi tratti fluviali intrecciati
nella parte centrale, fino al delta quasi naturale sul mare
Adriatico. Il tratto centrale da solo è costituito da almeno
otto tipi di habitat che hanno la massima importanza per la
conservazione naturale, a livello europeo. Il bacino del fiume
fornisce ai villaggi terreni fertili per attività agricole.
L'abbondanza e la diversità delle specie ittiche è vitale per i
pescatori locali, soprattutto nella parte inferiore del Vjosa.
Infine l'ecoturismo sul Vjosa e sui suoi affluenti è in costante
aumento, soprattutto negli ultimi anni, da quando gli
appassionati hanno iniziato a praticare in questa zona attività
come rafting, canoa e kayak . Dopo la decisione delle autorità
albanesi di richiedere all'Unesco la trasformazione del sito in
riserva della biosfera, è arrivata la visita delle direttrice
Unesco, Azoulay che è stata accompagnata dalla ministra per il
turismo e l'ambiente, Mirela Kunbaro. La responsabile Unesco nel
corso della sua visita in Albania si è anche recata nella città
di Gjirokastra che fa parte del patrimonio mondiale Unesco dal
2005 e che negli ultimi anni ha visto il restauro della case del
centro storico e il riconoscimento quale patrimonio culturale
immateriale.
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