(ANSA) - CAMPOBASSO, 28 GEN - C'è una "spregiudicata ricerca
di audience da parte di una consistente fetta di professionisti
dell'informazione" quando si tratta di temi giudiziari. E'
quanto ha detto, nella sua relazione durante la cerimonia di
inaugurazione dell'Anno giudiziario a Campobasso, il procuratore
generale della Corte d'Appello, Mario Pinelli. "E' evidente che
cercare di trovare un punto di equilibrio tra riserbo
investigativo e dovere di informazione, affinché l'opinione
pubblica possa giustamente conoscere quello che accade in merito
a eventi che spesso turbano la serena convivenza e suscitano
motivato interesse, appare impresa alquanto difficoltosa, ma che
tuttavia potrebbe essere sicuramente facilitata se tale materia
venisse depurata, al pari di altre analoghe questioni oggi sul
tappeto, come ad esempio le intercettazioni, di tutti gli
aspetti patologici che purtroppo la permeano e che si appuntano
innanzitutto su una esasperata e spregiudicata ricerca di
audience da parte di una consistente fetta di professionisti
dell'informazione, operata solleticando gli istinti più
pruriginosi e meno nobili dei lettori, degli ascoltatori o di
quanti si muovono sui social; e si alimenta pure in termini
inarrestabili il deprecabile fenomeno dei processi celebrati
negli studi televisivi o sulla rete".
"Permane inoltre in molti casi - ha aggiunto Pinelli - la
tendenza, giustamente contrastata dalla recente riforma
legislativa, della strumentale divulgazione di notizie da parte
di magistrati e forze dell'ordine con lo sguardo rivolto altrove
e in particolare ad auspicate, favorevoli e quanto mai
discutibili ricadute sul piano della visibilità personale e
della carriera". (ANSA).