'
"Oggi, nel drammatico contesto di
conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario
l'affermarsi di una comunicazione non ostile". A dirlo è
l'arcivescovo di Ancona Osimo Angelo Spina nel messaggio ai
giornalisti e agli operatori della comunicazione in occasione
della memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono della
categoria, "per incoraggiarvi nel vostro servizio non sempre
facile". Mons Spina prende spunto dal tema scelto da papa
Francesco per la 57esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali: "Parlare con il cuore: Veritatem facientes in caritate
(Ef 4,15) (Operare secondo la verità nella carità)". "Parlare
con il cuore significa - spiega il presule - rendere 'ragione
della speranza che è in noi' e farlo con mitezza, utilizzando il
dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un
tempo contraddistinto, anche nella vita ecclesiale - sottolinea
-, da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli
animi, siamo invitati ad andare controcorrente. Non dobbiamo
temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo
fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo
annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione
alle gioie e alle sofferenze dell'uomo del nostro tempo". Una
comunicazione "non ostile" significa "aperta al dialogo con
l'altro, che favorisca un 'disarmo integrale', che si adoperi a
smontare 'la psicosi bellica' che si annida nei nostri cuori,
come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa
nella Pacem in Terris". "È uno sforzo che è richiesto a tutti -
osserva mons. Spina -, ma in particolare agli operatori della
comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come
una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno,
più umano". "San Francesco di Sales, vostro patrono, grande
comunicatore, con la sua saggezza e sapienza aveva colto il
meglio di come comunicare - conclude l'arcivescovo -, ai toni
polemici e aspri aveva saputo trovare la via nuova del dialogo e
della dolcezza seguendo la massima: 'Se sbaglio, voglio farlo
per troppa bontà piuttosto che per troppo rigore'".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA