Resta in carcere il 22enne di origini egiziane, arrestato sabato scorso a Milano per resistenza a pubblico ufficiale durante il corteo no Green pass, il quattordicesimo consecutivo dall'inizio della protesta.
Protesta che, con i nuovi 83 denunciati, ha fatto lievitare a oltre 300 il numero complessivo delle persone sotto inchiesta nel capoluogo lombardo.
A convalidare l'arresto del giovane, con precedenti, è stato il giudice delle direttissime del Tribunale che ha rinviato il processo al prossimo 2 novembre.
Alla manifestazione, come già in precedenza, hanno partecipato anche militanti dei centri sociali ed esponenti di estrema destra: infatti tra le persone, circa 6 mila secondo la questura, che hanno sfilato per le vie del centro al grido di 'Trieste chiama, Milano risponde', c'era anche una gruppo di militanti di Do.RA, la Comunità dei Dodici Raggi al centro di una indagine dalla Procura di Busto Arsizio (Varese) per tentata ricostruzione del partito fascista - tra questi Alessandro Limido, di 42, uno dei fondatori - e, tra gli altri, e l'ex brigatista rosso Paolo Ferrari, 76 anni, pure lui tra i denunciati assieme a qualche esponente della stessa formazione di estrema destra.
Il responsabile dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili, che coordina le indagini sui no Green pass, anche stamane, come oramai ogni lunedì, è in attesa dell'informativa della Digos con la ricostruzione di quanto è accaduto, compresi i momenti di tensione per il tentativo di assalto alla Camera del Lavoro.
"Queste persone sono contro il Green pass in particolare ma il punto è che non rispettano la regola di ingaggio basilare delle manifestazioni cioè quella di concordare il percorso. A questo punto diventano incontrollabili, la Polizia può fare solo una cosa, caricarli, una cosa che io capisco che il prefetto non intende fare", ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
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