Nonostante la crisi, gli incrementi
dei costi di energia e materie prime e altri effetti della
guerra in Ucraina, nel 2022 il 47,5% delle imprese del Lazio,
sia piccole che medie, ha registrato un incremento di fatturato,
recuperando il terreno perduto con la pandemia. Nello stesso
anno, il 70% delle aziende ha realizzato investimenti (59,7% nel
2021), soprattutto in formazione e aggiornamento del personale
(31,4%), ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi (22,9%),
digitalizzazione del processo produttivo (22,1%) e delle
attività amministrative (14,3%).
I dati emergono dell'indagine di Federlazio, presentata oggi
a Roma.
Tuttavia, il 23,7% non è riuscita a confermare i risultati
ottenuti nel 2021. A crescere in particolare sono stati i ricavi
sul mercato internazionale (saldo di opinioni +26%) e su quello
nazionale (+23%). Stesso segno per quelli relativi al mercato
delle commesse pubbliche (+6%). Positivi anche i dati
sull'occupazione, con un saldo di opinioni del +15,4%, anche se
prevalentemente tra le imprese di media dimensione.
Preoccupano le difficoltà diffuse nel reperimento della
manodopera: il 46% degli imprenditori intervistati riscontra
forti criticità nella ricerca di personale in particolare figure
professionali specializzate. Circa il 56% delle imprese ha
registrato impatti negativi dovuti dall'incremento dei costi per
la fornitura di energia elettrica e gas. "Finalmente e dopo un
biennio di grande turbolenza caratterizzato da fattori di crisi
e dalla volontà di reazione delle imprese e dell'intero sistema
Paese, la nostra indagine conferma i risultati positivi che già
si erano verificati nel 2021 e che ci consentono di affermare
con ragionevole certezza di avere pienamente recuperato il
terreno perduto a causa del Covid", dichiara il presidente di
Federlazio, Silvio Rossignoli.
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