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A Palazzo Altemps Virginia Woolf e i giorni magici di Bloomsbury

A Palazzo Altemps Virginia Woolf e i giorni magici di Bloomsbury

Il racconto del Movimento nella mostra curata da Nadia Fusini

ROMA, 08 agosto 2022, 16:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bloomsbury è prima di tutto un luogo, il quartiere in cui nel 1904 gli orfani Stephen - Virginia, Vanessa, Thoby e Adrian - traslocano, dal quartiere altolocato di Kensington al malfamato numero 46 di Gordon Square. Ogni giovedì dopocena, la casa si riempiva di gente giovane. Erano gli amici di Thoby che venivano da Cambridge: Lytton Strachey, John Maynard Keynes, Saxon Sydney-Turner, Clive Bell, Leonard Woolf… Persone speciali, originali, eccentriche, con una gran voglia di vivere in modo diverso dai loro padri. Giovani pieni di estro e inventiva e ironia. Che fosse la bellezza, o il bene, o la verità, le energie si concentravano sul senso della parola.
    Ognuno provava a cogliere il concetto, a fissare l'idea. Bloomsbury fu questo, l'invenzione di una vita nuova. Ed è questo lo spirito che punta a ricreare negli spazi di Palazzo Altemps a Roma la mostra "Virginia Woolf e Bloomsbury Inventing life", aperta dal 19 ottobre al 12 febbraio con la curatela di Nadia Fusini, che della grande scrittrice inglese è una delle più profonde conoscitrici, curatrice anche, con Luca Scarlini, dell'edizione delle opere della Wolf pubblicata nei Meridiani.
    Organizzata dal Museo Nazionale Romano e dalla National Portrait Gallery di Londra in collaborazione con Electa - editore anche del catalogo - la mostra romana riporta in primo piano anche l'anima di Palazzo Altemps, nato come casa nobiliare nel cuore di Roma. Le opere selezionate, anticipano gli organizzatori, racconteranno che Bloomsbury, se non è un movimento con un programma, né una religione con relativo culto, è senz'altro una rivoluzione della mente. E se Virginia Woolf fu la scrittrice che conosciamo, è perché ebbe il coraggio di ribadire la propria libertà, e tale coraggio senz'altro si nutrì e crebbe nell'atmosfera di ricerca e di sincerità morale del gruppo di giovani amici, che discutevano della natura del bene e del bello.
   

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