L'industria italiana costruttrice di beni strumentali archivia un 2020 "complicato, sebbene migliore rispetto alle attese di inizio pandemia" e affronta il 2021 con una "ripresa sostenuta dell'attività". Questo, in sintesi, è quanto emerge dai dati presentati nel corso dell'assemblea di Federmacchine. In particolare, secondo i dati elaborati da Federmacchine, il fatturato di settore è sceso a 41 miliardi di euro, pari al 14% in meno rispetto al 2019. Sul risultato complessivo ha pesato sia la forte riduzione dell'export, sceso a 28 miliardi di euro, pari al 14% in meno rispetto all'anno precedente, sia il calo delle consegne dei costruttori sul mercato interno, scese del 15% a 14 miliardi. Forte la riduzione del consumo che ha solo sfiorato i 21 miliardi, rispetto ai 26 miliardi del 2019 (-18%). Invariato il numero delle imprese e degli occupati: sono oltre 200.000 gli addetti nelle circa 5.000 aziende. I primi dati del 2021 confermano una situazione di generale miglioramento.
"Il totale recupero avverrà nel 2022 grazie alla ripresa dell'attività oltre confine e grazie alla ripresa degli investimenti in nuovi macchinari in Italia che già rilevano molti settori che fanno capo a Federmacchine, sostenuta anche dagli incentivi 4.0", afferma il presidente di Federmacchine, Giuseppe Lecce. "A tal proposito - aggiunge - chiediamo che le misure attualmente previste quali credito di imposta per le nuove macchine e per le tecnologie 4.0 divengano strutturali così da accompagnare le imprese in un processo graduale e continuo di aggiornamento e trasformazione, presupposto indispensabile per vincere la sfida della competitività internazionale". (ANSA).