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Giubileo

Escono opere Lubich, aprono 'Parole vita'

Teologo Coda, anticipatrice Concilio e riforme di papa Francesco

(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - ROMA, 13 NOV - Una pubblicazione attesa, a dieci anni dalla morte di Chiara Lubich (Trento, 1920 - Rocca di Papa, 2008), che ora apre un canale nuovo per la conoscenza del pensiero della fondatrice dei Focolari, tuttora poco discusso nonostante l'ampiezza del suo messaggio, del suo carisma e dei tanti semi gettati in campi oggi della massima attualità. Con il primo volume dedicato alle 'Parole di Vita', si apre l'edizione delle Opere di Chiara Lubich, di cui sono promotori il Centro Chiara Lubich e l'Editrice Città Nuova. La serie raccoglierà in 14 volumi gli scritti della fondatrice dei Focolari - autrice di un numero sterminato di testi -, di cui da due anni è aperta la causa di beatificazione: molti di essi sono inediti, e saranno organizzati per "generi letterari", riuniti in tre gruppi: "la persona", con il vissuto, il cuore e l'anima della Lubich, trasmessi da testi autobiografici, dall'esperienza mistica, dai diari e le lettere; "la via spirituale", sulla spiritualità dell'unità, le Parole di Vita, pagine di meditazioni e altri testi in cui l'autrice ha declinato il suo pensiero spirituale, teologico e culturale; "l'opera", con l'incidenza storica della vita e del pensiero della Lubich, come si evince da discorsi fondativi, discorsi in ambito civile ed ecclesiale, articoli e interviste, fino agli Statuti e Regolamenti del Movimento dei Focolari. Inaugura la collana il corposo "Parole di Vita", con raccolti 350 dei commenti al Vangelo che la Lubich componeva in forma immediata, incisiva e diretta, scritti su foglietti modesti con un linguaggio alla portata di tutti, destinati alla diffusione di mano in mano. Nella conferenza stampa di presentazione, il teologo Piero Coda, preside dell'Istituto Universitario 'Sophia' di Loppiano (Firenze), fondato dalla Lubich, ne ha parlato come di una "voce attualissima", "non essendoci paese al mondo dove il seme gettato da questo carisma non sia in fermento". Chiara Lubich, però, pur dinanzi alle dimensioni del suo impegno e del suo messaggio, "è ancora una figura poco conosciuta", anche perché la sua "vasta produzione culturale, spirituale, sociale di fatto sta appena adesso germinando: un paradosso, questo, poiché si tratta di potenzialità che devono ancora fare storia". Coda ha rilevato la "sintonia molto evidente tra le direttrici più significative del pontificato di Francesco e quelle del messaggio di Chiara": anzi, "questa stagione sta aprendo orizzonti impensati per il dispiegamento del messaggio di Chiara, cioè del carisma dell'unità". Per il teologo, pur nella grande fedeltà alla Chiesa, la Lubich "ha anticipato temi che solo in seguito si sono sviluppati". Tra gli esempi di questo "nuovo paradigma culturale", l'"economia di comunione", o il dialogo con le altre culture e religioni, in una stagione che porta invece alla "chiusura identitaria". Ma le anticipazioni del Concilio prima e del papato di Bergoglio poi si vedono anche nell'idea di "riforma della Chiesa" e di "superamento di un modello di Chiesa ancora troppo gerarcocentrica e clericale": si pensi "al ruolo dei laici, delle donne, alla sinodalità". Lubich, tra l'altro, "è stata la prima donna ad essere giuridicamente riconosciuta a capo di un Movimento di cui facevano parte uomini, donne, preti, frati, suore". La sfida, oggi, è "non imprigionarla in un'immaginetta da santino": anzi, "riconoscere la sua vera identità, scoprire e valorizzare ciò che deve ancora venir fuori della sua figura". (ANSA).
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