"Nonostante l'ordinanza di
scarcerazione emessa dal Gip del Tribunale di Trieste Marco
Casavecchia, notificata alla difesa l'8 settembre essendo
scaduti i termini massimi di custodia cautelare, ad oggi mi
trovo ancora ristretto presso il carcere in stato di custodia
cautelare". Così il narcotrafficante colombiano Angel Quiroz
Martinez, scrive in un esposto al ministro della Giustizia
italiano presentato oggi dai suoi legali.
Nonostante le rassicurazioni, le "Autorità colombiane hanno
riscontrato di non avere notizia" del provvedimento emesso dal
Gip". E' la paradossale situazione creatasi tra Colombia e
Italia a un anno dalla operazione della Dda del Fvg che portò al
sequestro di 4,3 tonn di cocaina e a 38 arresti, di cui il più
importante è proprio Quiroz.
Dopo un anno di detenzione, alla scadenza dei termini della
custodia cautelare previsti dalla legge, e dopo vane richieste
di estradizione alle autorità giudiziarie colombiane da parte
della Procura di Trieste, è stata disposta la scarcerazione. Il
Gip Casavecchia, su richiesta della stessa Procura di Trieste,
il 4 Settembre scorso ha emesso l'atto di scarcerazione,
notificandolo alla difesa 4 giorni dopo. A distanza di oltre
dieci giorni, però, Quiroz sarebbe ancora detenuto, in Colombia.
I suoi legali, Federica Tartara e Alessandro Tirelli,
nell'esposto sostengono che nessuna comunicazione in tal senso
sarebbe giunta dall'Italia alle autorità colombiane. "A mio modo
di vedere il trattato di estradizione con la Colombia andrebbe
'sospeso' e ridiscusso, così non può funzionare e genera
violazioni palesi dei più elementari diritti dell'uomo",
commenta l'avv. Alexandro Maria Tirelli, direttore Alta Scuola
di Estradizione delle Camere Penali Internazionali.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA