Nel 2018 gli impianti di biometano europei erano 483, per salire poi a 729 nel 2020, anno in cui la produzione è raddoppiata a 32TWh. "Il 2021 - afferma Boyana Achovski, segretario generale di Gie - ha visto una crescita senza precedenti degli impianti europei di biometano". "Non è una sorpresa aggiunge - considerando l'apporto del biometano nella decarbonizzazione visto che è il solo combustibile rinnovabile disponibile e scalabile in Europa in grado di utilizzare oggi l'infrastruttura di trasporto esistente". "La produzione combinata di biometano e biogas - sottolinea - può coprire oggi l'intero fabbisogno del Belgio".
Secondo Harmen Dekker, direttore generale di Eba, per far sì che il biometano possa giocare un ruolo importante come fonte rinnovabile d'energia occorre creare un sistema commerciale efficiente in Europa. Inoltre lo sviluppo futuro dell'infrastruttura deve considerare gli adattamenti necessari per abilitare l'immissione di quote sempre più elevate di biometano nella rete di trasporto".
Oggi in Europa ci sono circa 20mila impianti, tra biogas, miscele contenenti diversi tipi di gas tra cui il metano, e biometano. Secondo Eba e Gie quest'ultimo può arrivare a coprire tra il 30 e il 40% del consumo totale europeo di gas entro il 2050, con una produzione di mille TWh. Negli ultimi 18 mesi gli impianti europei di biometano sono cresciuti di circa 300 unità e a fine 2021risultano essere il 40% in più rispetto al 2020.
Francia, Italia e Danimarca sono i Paesi più attivi. In Francia nel 2020 si contavano "almeno 91", a cui se ne sono aggiunti 123 tra il gennaio e l'ottobre del 2021. Seguono l'Italia e la Danimarca rispettivamente con 11 e 10 nuovi impianti nel 2020.
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