BRUXELLES - "A seguito della riunione ad alto livello del dialogo Belgrado-Pristina tenutasi il 14 settembre a Bruxelles, l'Ue esprime la propria preoccupazione per la mancata attuazione degli impegni assunti da entrambe le parti" nell'accordo verso la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo e per "la mancanza di progressi da parte di ambo le parti nella riduzione delle tensioni nel nord del Kosovo". Pertanto "l'Ue esorta le parti a impegnarsi in modo costruttivo e in buona fede" nell'avvio "senza ulteriori ritardi" dell'attuazione dell'intesa che prevede anche l'obbligo di implementare "tutti i precedenti accordi di dialogo", inclusa l'istituzione dell'associazione dei comuni a maggioranza serba in Kosovo. Così l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, in una nota a nome dell'Ue.
"Nonostante i ripetuti appelli dell'Ue e di altri partner internazionali, i passi compiuti finora restano insufficienti e la situazione della sicurezza nel nord del Paese rimane tesa" si osserva nella nota, sottolineando come "le iniziative del Kosovo", tra cui l'impiego di forze speciali di polizia per compiti di polizia comunitaria, "non siano conformi allo Stato di diritto" e rischino di "contribuire a un ulteriore aumento delle tensioni".
D'altro canto, "i continui attacchi su piccola scala da parte di gruppi criminali e le intimidazioni ai cadetti della polizia serba del Kosovo appena reclutati e alla popolazione locale sono inaccettabili e devono cessare immediatamente", avverte Borrell, bollando come "contrari allo spirito del processo di dialogo" il blocco da parte di Belgrado della "roadmap per l'energia" e altri "tentativi non conformi" all'intesa verso la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo.
Le misure adottate dall'Ue, compresa la sospensione delle riunioni ad alto livello con il Kosovo, "restano in vigore", si osserva ancora, puntualizzando che Bruxelles "è pronta a revocare tali misure" in caso di progressi nell'adempimento delle richieste o a "valutare ulteriori misure nei confronti di entrambe le parti, se necessario". L'Ue ricorda poi "l'importanza di indire rapidamente elezioni locali anticipate nel nord del Kosovo" ed "esprime pieno sostegno agli sforzi" dei mediatori europei, oltre a Borrell anche l'inviato speciale Ue per i Balcani, Miroslav Lajčák, il cui operato è stato criticato dalla dirigenza di Pristina. "Il percorso europeo del Kosovo e della Serbia passa attraverso il dialogo facilitato dall'Ue e la normalizzazione delle loro relazioni" si osserva infine, sottolineando come entrambi rischino di "perdere l'opportunità di progredire nel loro percorso europeo".