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Patto di Stabilità, l'Ue alla ricerca di un difficile equilibrio

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Patto di Stabilità, l'Ue alla ricerca di un difficile equilibrio

Stati membri divisi sulla riforma della governance europea

19 maggio 2023, 17:06

Redazione ANSA

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Patto di Stabilità, l 'Ue alla ricerca di un difficile equilibrio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Patto di Stabilità e Crescita, uno dei pilastri della politica di bilancio dell’Ue, è stato temporaneamente sospeso a causa della pandemia di Covid-19 e questa sospensione è stata estesa per via del caro energia, effetto dell’invasione russa contro l’Ucraina. Le regole precedenti su debito e deficit dovrebbero tornare ad applicarsi dal 2024, ma la Commissione europea ha proposto di recente una riforma per concedere agli Stati Ue una maggiore flessibilità nella riduzione di debito e deficit.

"Assicuriamo contemporaneamente sia la parità di trattamento che la valutazione delle situazioni specifiche del paese", ha dichiarato il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, in una conferenza stampa alla fine di aprile.

Secondo le attuali regole di spesa dell'Ue, i disavanzi pubblici degli Stati membri non devono superare il 3% del Pil e il debito dovrebbe rimanere al di sotto del 60% del Pil. In base a queste regole, gli Stati devono rimborsare il 5% annuo del debito che eccede il limite del 60%. Regole che per i paesi fortemente indebitati hanno un impatto negativo sulla crescita.

L'attuale proposta di riforma mantiene l'obiettivo precedente di limitare il debito, ma prevede piani specifici di rientro del debito specifici per ogni paese. Le posizioni sulle regole del debito e sulle nuove proposte sono molto diverse nei singoli Stati Ue. Il fronte dei “frugali”, che riunisce i paesi del nord Europa, guidati dalla Germania, opta per un maggiore rigore fiscale, mentre gli Stati del sud, come l’Italia, lamentano una limitazione della propria capacità di investimento. I debiti degli Stati membri dell'Ue sono aumentati vertiginosamente negli ultimi 15 anni. L'Ue mira a concludere un accordo entro la fine di quest’anno.

 

Berlino chiede obiettivi vincolanti

La Germania, strenua sostenitrice della disciplina fiscale, teme che la riforma allenterà eccessivamente i vincoli di bilancio dell'Ue e minerà l'equità all'interno del blocco. Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ha criticato le modifiche avanzate dalla Commissione.

"La Germania non può accettare proposte che equivalgono a un indebolimento del Patto di stabilità e crescita", ha affermato, aggiungendo che occorrono "aggiustamenti significativi”. Le obiezioni di Lindner assomigliano a una "ricetta del passato", ha commentato, di contro, un funzionario dell’esecutivo comunitario.

“Viviamo in un mondo molto diverso rispetto a 30 anni fa. Sfide diverse, priorità diverse” ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. “Le nuove regole dovrebbero riflettere questi cambiamenti”, ha aggiunto.

 

Francia e Germania non sono d’accordo

La Commissione sembrava voler andare incontro alla Germania, con una clausola di salvaguardia che impone una riduzione del deficit dello 0,5% all'anno se si supera il 3% del Pil. Una richiesta che ha incontrato l’opposizione della Francia, il cui debito è pari a circa il 110% del Pil. “Alcuni punti vanno contro lo spirito della riforma. Siamo contrari a regole automatiche uniformi per la riduzione del deficit e del debito", ha dichiarato il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire. Tra i compromessi proposti dalla Commissione, figura una "clausola di salvaguardia generale" in caso di grave crisi economica.

 

La maggioranza degli Stati è favorevole all'approccio specifico per paese

Il ministro delle finanze belga Vincent Van Peteghem ha affermato di aver accolto con grande favore la proposta, in particolare l'approccio specifico per paese previsto dalle norme. Ridurre il debito concentrandosi su investimenti e riforme è essenziale, ha spiegato. Obiettivo dell’esecutivo belga è tagliare il deficit al 2,9% entro il 2026, con una riduzione dello 0,8% all'anno tra il 2024 e il 2026.

 

La ministra delle finanze olandese Sigrid Kaag ha detto che il suo paese è "abbastanza innamorato" dei piani, ma ha sottolineato l'importanza di una "riduzione credibile del debito" e della supervisione. "Il diavolo è sempre nei dettagli", ha aggiunto.

 

La vice premier spagnola Nadia Calviño, responsabile per gli Affari economici, ha dichiarato che farà "tutto il possibile" per approvare le nuove regole fiscali entro l'anno. In particolare Madrid, che assumerà la presidenza dell'Ue nella seconda metà del 2023, ha espresso soddisfazione  per l'approccio specifico formulato nella proposta della Commissione. Bruxelles e Madrid, tuttavia, divergano sulle previsioni di deficit della Spagna. Il governo spagnolo ha calcolato che ridurrà il suo deficit al 3% nel 2024, mentre la Commissione ha stimato un aumento del deficit della Spagna del 3,3% nel 2024. 

 

Da Roma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha salutato la proposta legislativa di riforma della Commissione come “un passo avanti” che consentirà di non tornare al vecchio Patto. Giorgetti però non ha nascosto la delusione per la mancata regola della ‘golden rule’, per scomputare cioè dai conti gli investimenti strategici. “Noi avevamo chiesto con forza l’esclusione delle spese d’investimento, incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e green deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri. Prendiamo atto che così non è”. L'aggiustamento dei conti italiani sulla base di alcune simulazioni tecniche circolate a Bruxelles potrebbe comportare una riduzione del deficit strutturale dello 0,85% annuo nel caso di un piano a 4 anni e dello 0,45% medio se un piano a 7 anni. L’Italia, unico Paese dell’Eurozona a non aver ratificato il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), mira a legare i negoziati sul Patto di Stabilità e Crescita, alla ratifica del Mes. Nei giorni scorsi tuttavia è arrivato l’altolà di Bruxelles. ”Se inizi a collegare tutto con tutto, diventa più difficile fare progressi", ha avvertito Dombrovskis. 

 

Il ministro delle finanze rumeno, Adrian Câciu, ha affermato che il pacchetto dovrebbe trovare un equilibrio tra "sostenibilità (finanze pubbliche sane) e crescita economica inclusiva e sostenibile (esigenze di riforme e investimenti)”, aggiungendo che il nuovo quadro dovrebbe creare condizioni sufficienti per stimolare gli investimenti negli Stati membri con difficoltà economiche o con limitato spazio fiscale.

 

Nel 2022, il debito italiano si è attestato al 144,4% del Pil, mentre il debito atteso del Belgio sarà del 106% entro la fine di quest'anno, ben al di sopra dei limiti previsti nel Patto di Stabilità e Crescita. 

 

Slovenia e Croazia: metodologia più severa per gli Stati più piccoli?

La Slovenia teme che sia difficile trovare una metodologia comune per misurare i livelli del debito, a causa delle enormi differenze tra gli Stati membri. “Sul punto la proposta di base della Commissione non è particolarmente di nostro gradimento", ha dichiarato il ministro delle finanze Klemen Boštjančič. Tuttavia, il paese è favorevole all'approccio della proposta di concentrarsi sul monitoraggio degli sviluppi del debito piuttosto che sui deficit strutturali.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro delle finanze croato, Marko Primorac, che seppur soddisfatto delle nuove regole, ha definito inaccettabile il modello di analisi di sostenibilità proposto che farebbe rientrare Zagabria tra i paesi ad alto rischio. "Troviamo anche il sistema attuale assolutamente accettabile. Non violiamo le norme esistenti, ma sosteniamo pienamente qualsiasi miglioramento per aumentare la trasparenza e la semplicità nell'applicazione della metodologia", ha dichiarato Primorac. L’analisi della sostenibilità del debito, ha proseguito, è "un modello molto complesso basato su una serie di ipotesi che, una volta incorporate nel modello, classificano la Croazia come uno Stato ad alto rischio". Non c'è motivo, ha aggiunto, di includere la Croazia tra i paesi ad alto rischio sotto il profilo della sostenibilità del debito pubblico, visti gli ottimi risultati fiscali del paese.

 

La Bulgaria lavora per entrare nella zona euro

La Bulgaria punta a entrare nell’eurozona entro il 2025 e a rimanere al di sotto della soglia del 3% di deficit. Nel 2022, il debito ammontava al 22,9% del Pil, secondo i dati preliminari pubblicati dall'Istituto nazionale di statistica. Nikolay Vassilev, ex vice primo ministro, ha affermato che per ottenere un disavanzo inferiore occorre modificare le voci di spesa del progetto di bilancio.

 

Bce e Fmi

La Banca centrale europea (Bce) e il Fondo monetario internazionale (Fmi) hanno accolto con favore le proposte dell'Ue di rivedere le proprie regole fiscali per stimolare la crescita, ma il Fmi ha chiesto ulteriori azioni. 

La Bce ha apprezzato “gli sforzi della Commissione europea per trovare un compromesso con gli Stati”, ha affermato la Presidente dell’Eurotower Christine Lagarde, spiegando “è chiaro che ci sono le divergenze tra i Paesi perché fronteggiamo diverse sfide”.

 

Prossimi passi

L'Ue potrebbe riformare il patto entro la fine dell'anno. Nessuno vuole tornare alla vecchia governance e nessuno vuole dare ai mercati un messaggio di incertezza sulle regole Ue. Una prima tavola rotonda formale sul patto è prevista in occasione della riunione Ecofin di metà giugno.

 

Questo articolo è stato realizzato con i contributi di AFP, AGERPRES, ANSA, Belga, BTA, dpa, EFE, STA, HINA nell'ambito del progetto della European Newsroom.

 

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