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Qatar: Panzeri e Kaili restano in carcere per altri 2 mesi

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Qatar: Panzeri e Kaili restano in carcere per altri 2 mesi

Attesa tra questa sera e domani mattina decisione per Tarabella

16 febbraio 2023, 19:48

Redazione ANSA

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L 'ex europarlamentare del PD, Antonio Panzeri e l 'ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - L'ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e l'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, entrambi detenuti dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate, resteranno in carcere per almeno altri due mesi. Lo riferisce all'ANSA il portavoce della procura federale belga. Nella giornata di oggi si è tenuta un'udienza per la conferma della custodia cautelare anche per l'eurodeputato belga Marc Tarabella, arrestato sabato scorso: per lui la decisione dei giudici è attesa tra questa sera e domani mattina, ha indicato il portavoce.

 

Sospeso al Palais de Justice di Bruxelles il nuovo giro di udienze per gli indagati nell'ambito dell'inchiesta "Qatargate" che era iniziato in mattinata. La giustizia belga doveva decidere se convalidare il carcere per l'eurodeputato Marc Tarabella, finito agli arresti sabato scorso dopo essere stato interrogato dagli inquirenti e dal giudice istruttore Michael Claise a seguito delle rivelazioni della mente dello scandalo di corruzione, Antonio Panzeri, che lo ha trascinato nell'indagine insieme al collega Andrea Cozzolino, ora agli arresti domiciliari a Napoli.

A comparire davanti alla Camera di Consiglio c'era anche l'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, rinchiusa dal 9 dicembre scorso nella prigione di Haren. I due difensori hanno ribadito per Kaili la richiesta degli arresti domiciliari, fin qui sempre negati. I giudici avrebbero dovuto riesaminare anche la possibilità di un regime di custodia cautelare per Panzeri, che ha patteggiato con la giustizia belga un anno di carcere. Nonostante la firma dell'accordo da pentito, il diritto penale belga prevede un riesame periodico delle misure cautelari anche nei suoi confronti. L'avvocato di Panzeri, Laurent Kennes, non avanzerà per lui alcuna richiesta per un regime di sorveglianza elettronica.

Le udienze previste oggi alla Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles per i tre sono state sospese in attesa del sostituto del giudice istruttore Michael Claise, dopo la richiesta di ricusazione avanzata questa mattina dai legali di Tarabella. A riferirlo il difensore di Kaili, Sven Mary. "Claise oggi non può essere presente perché c'è una richiesta di ricusazione e - ha spiegato l'avvocato - significa che il giudice non può più svolgere la sua funzione fino a quando la Corte d'appello non si esprimerà sulla richiesta o egli stesso deciderà di lasciare il caso".

"Sulla base degli elementi" indicati nella richiesta di ricusazione, sarà lo stesso Claise "a dover decidere se restare giudice istruttore in questo caso o no", ha spiegato il penalista. "Se deciderà di restare, la questione è molto semplice: presumo che l'avvocato" di Tarabella "farà appello e la Corte d'Appello dovrà decidere entro otto giorni se mantenerlo" nelle sue funzioni oppure no.

I legali di Tarabella hanno presentato un'istanza di ricusazione nei confronti del giudice istruttore Michael Claise "per legittimo sospetto" sul mancato rispetto della presunzione di innocenza. L'avvocato Maxim Toeller ha affermato che "secondo il codice giudiziario, 'ogni giudice può essere impugnato se vi è un legittimo sospetto', e sospetti legittimi ci sono: a più riprese abbiamo potuto interrogarci sul rispetto della presunzione di innocenza".

Il legale ha evidenziato che le frasi di Claise indicate nel mandato di arresto - dove si legge che "le posizioni pubbliche" di Tarabella "erano inizialmente contro il Qatar, e poi sono state ribaltate quando è stato rilevato il movimento sospetto di fondi'" che ha innescato lo scandalo di corruzione - "violano chiaramente la presunzione di innocenza".

"Con questa dichiarazione categorica il giudice lascia chiaramente intendere la sua opinione sulla colpevolezza del signor Tarabella in questo fascicolo" e "in altre parole, sembra evidentemente dare per scontati i fatti contestati e sui quali verte l'indagine che sta dirigendo", prosegue il penalista, sottolineando come "il fascicolo non riveli alcun movimento di fondi sospetti a carico di Marc Tarabella" e come "in questa fase nessuna analisi finanziaria sia stata effettuata dal gip, il che è a dir poco inquietante".

L'avvocato ha ripercorso poi l'evoluzione delle posizioni del politico belga riguardo al Qatar precisando che si tratta di "una strategia condivisa con molte Ong che difendono i diritti umani" e che Tarabella le ha spiegate anche agli inquirenti. L'eurodeputato socialista "continua a rivendicare la sua innocenza sin dal primo giorno e afferma di non aver mai ricevuto denaro o regali in cambio delle sue opinioni". Il giudice Claise, ha aggiunto il legale, "non può comunque, in questa fase, nutrire e condividere un tale pregiudizio sulla colpevolezza" di Tarabella, poiché "il suo ruolo deve essere quello di mantenere l'assoluta imparzialità, mantenendo la bilancia della giustizia uguale tra tutte le parti, al solo ed unico scopo di ricercare la verità, e ovviamente non è più così, perché forti sono i sospetti di parzialità da parte del gip che lo rendono inidoneo a compiere la sua missione". Se la procedura "non dovesse avere successo", il legale ha fatto sapere che continuerà a "difendere i diritti di Tarabella nei modi e nei luoghi appropriati".

"In questa inchiesta abbiamo l'impressione che la detenzione preventiva sia usata per fare pressione" sugli indagati e "per ottenere qualcosa" da coloro che "ricorrono allo statuto di pentito, privando altri in particolare di vedere i loro figli. Davanti a un'inchiesta che rileva un attacco alla democrazia è necessario ricorrere a un'applicazione rigorosa della legge". Ha aggiunto l'avvocato dell'eurodeputato Marc Tarabella, al termine dell'udienza per la convalida della custodia nell'ambito del Qatargate. "Abbiamo avanzato la richiesta di ricusazione perché riteniamo che la presunzione di innocenza sia stata violata".

Il legale di Eva Kaili, Sven Mary, ha affermato che le condizioni dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo "sono difficili". "Il suo posto non è il carcere di Haren, deve stare a casa con la figlia di ventiquattro mesi", ha aggiunto parlando con la stampa a margine dell'udienza sul riesame della custodia cautelare. "Chiederemo la scarcerazione oppure che venga disposto per lei un regime di sorveglianza elettronica", ha sottolineato.

"Se una persona diventa solo un simbolo, e viene detenuto simbolicamente perché è famosa in quanto vicepresidente del Parlamento europeo, allora non ha alcun senso".  Ha aggiunto l'avvocato di Kaili, al termine dell'udienza per il riesame della custodia cautelare della politica greca, evidenziando che "oggi non esiste alcun rischio di distruzione delle prove, né di collusione". "Abbiamo chiesto la scarcerazione della signora Kaili con condizioni e, se non sarà accettata, abbiamo chiesto la sorveglianza ai domiciliari", ha aggiunto.

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