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Con fondi Ue un caseificio per donne e un polo per disabili

Nasceranno nel Casertano in due beni confiscati ai Casalesi

Redazione ANSA

CASERTA - Due beni sottratti definitivamente alla camorra e ristrutturati con fondi europei per essere poi destinati ad un riuso sociale. E' così che i fondi Ue avranno un immediato impatto sul territorio casertano, visto che i beni riqualificati saranno inaugurati tra dicembre e inizio gennaio 2023. Si tratta in entrambi i casi di villette di due piani situate in centro città, una a San Cipriano d'Aversa confiscata all'esponente del clan dei Casalesi Cipriano d'Alessandro, l'altra a Casapesenna sottratta a Raffaele Capaldo, cognato del boss Michele Zagaria e padre di Filippo, erede designato dal capoclan a guidare la cosca. A San Cipriano nascerà un polo di accoglienza per disabili, a Casapesenna un "caseificio sociale" che darà lavoro a donne vittime di violenza e un luogo di preghiera per la comunità evangelica.

Quasi un milione di euro (950mila euro) il finanziamento erogato dalla Regione per l'immobile di San Cipriano, mentre a Casapesenna i fondi Ue cui la Regione ha attinto per finanziare la ristrutturazione del bene ammontano ad 1,4 milioni di euro. Protagonisti i Comuni che hanno pensato alla destinazione dei propri beni e Agrorinasce, la società consortile a partecipazione pubblica, composta da cinque comuni, tra cui proprio San Cipriano e Casapesenna, ma anche San Marcellino, Villa Literno e Santa Maria la Fossa, che da 20 anni amministra nel Casertano oltre 150 beni sottratti ai clan; Agrorinasce sta curando la valorizzazione dei beni confiscati insieme alle cooperative sociali selezionate, mentre la realizzazione delle opere è stata curata dai Comuni. A San Cipriano nascerà dunque un polo per i disabili, un progetto dal titolo emblematico, "Dopo di noi. Accoglienza e integrazione per la disabilità", che vuole fornire un sostegno "completo" soprattutto per quei disabili privi di sostegno familiare; ci saranno un centro diurno per attività di inclusione e aggregazione al primo piano e un centro residenziale al secondo.

 

"Abbiamo pensato ad una struttura per il 'dopo di noi' - spiega il sindaco di San Cipriano d'Aversa, Vincenzo Caterino - perché sapevamo che ci sono tanti disabili nella nostra comunità, spesso lasciati soli al proprio destino, senza coinvolgimento in alcuna attività. Volevamo dare loro un posto per incontrarsi e socializzare. Una comunità può essere definita democratica solo nel momento in cui non lascia indietro gli ultimi". "E' un progetto particolarmente importante per noi - dice l'amministratore delegato di Agrorinasce Giovanni Allucci - perché si tratta di un'opera dall'alto risvolto sociale, che ha dunque impatto immediato sulle esigenze dei cittadini". Il bene sarà dato in gestione alla Cooperativa sociale LFS Global Care di Enzo Abate, che già gestisce a Casal di Principe altri beni confiscati in cui cura e assiste i minori affetti da autismo. "Sarà il primo bene in Italia - spiega Abate - ad assistere ragazzi disabili senza genitori, quindi un dopo di noi reale, con zona benessere, zona notte, la cucina, affinchè possano conquistare anche uno spazio di autonomia".

Ascolta "Fondi Ue per caseificio per donne e polo del "dopo di noi" in beni confiscati." su Spreaker.  

Se a San Cipriano si pensa ai disabili, a Casapesenna si punta sulle donne vittime di violenza ma anche sulla concordia religiosa: nell'immobile confiscato a Raffaele Capaldo, al pian terreno sarà realizzato un caseificio sociale dove saranno assunte donne vittime di violenza, e lo gestirà la Coop sociale Raggio di Sole, al primo piano è previsto un luogo di preghiera per la comunità evangelica. "Volevamo creare - spiega il sindaco Marcello De Rosa - un punto per valorizzare prodotti tipici locali come la nostra ottima mozzarella di bufala campana, ma anche che fosse un'opportunità per persone in difficoltà. I beni confiscati sono al primo posto dell'azione comunale, e lo stiamo dimostrando riaprendoli e ridandoli alla collettività". Per Allucci "questo progetto consente di realizzare un'opera importante non solo dal punto di vista sociale ma anche economico, coniugando due aspetti rilevanti connessi al tema dei beni confiscati".

 

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