Amazon, la maggiore piattaforma e-Commerce in Usa ed Europa, negli ultimi due anni ha affiancato alle segnalazioni per la rimozione di prodotti contraffatti o irregolari dalla vendita online una serie di servizi, anche automatici, che fanno affidamento sull’intelligenza artificiale e il “machine learning”. Sulle piattaforme online si compra in base alle immagini, al marchio e alle recensioni del prodotto, il falso, la frode, purtroppo, possono colpire in ognuno di questi tre campi. I prodotti contraffatti comportano rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori ma anche danni alla reputazione dei proprietari dei marchi, che ovviamente non mancano di farsi sentire.
La maggior parte delle iniziative anticontraffazione fanno affidamento su segnalazioni da parte di proprietari dei marchi e di utenti, come la cinese Alibaba, eBay, Facebook Marketplace e Mercado Libre (la piattaforma leader in America Latina) per ritirare dalla vendita i prodotti contraffatti. Anche Google offre una procedura per rimuovere una pagina web o un’immagine dai risultati di ricerca in seguito alla segnalazione del proprietario dei diritti intellettuali o industriali di un prodotto o un contenuto (sul sito del Ministero dello Sviluppo economico si possono trovare indicazioni e link per le maggiori piattaforme online che vendono in Italia e sulle procedure di segnalazione).
Per Amazon il problema della contraffazione è sempre stato importante, dato che il 53% delle merci che vende online (dati del secondo semestre 2020) viene da venditori esterni, con un giro d’affari che l’anno scorso è stato pari a 53,7 miliardi di dollari. Nel 2019 Amazon afferma di aver bloccato oltre 2,5 milioni di venditori esterni sospetti ma il problema è ben più vasto.
Il colosso del commercio online l’anno scorso ha quindi adottato una nuova politica anticontraffazione lanciando il Project zero, uno strumento automatico che rileva e rimuove dagli elenchi i prodotti sospetti, presente adesso in 17 Paesi e al quale hanno finora aderito oltre 10 mila marchi che vanno dagli imprenditori emergenti alle grandi firme come BMW e Ferragamo.
Il software di Project Zero esegue ogni giorno scansioni continue di oltre 5 miliardi di tentativi di aggiornamento delle offerte di prodotti del negozio online “per rimuovere proattivamente le possibili offerte di prodotti contraffatti”, spiega Amazon sul suo sito, utilizzando marchi, loghi ed altro materiale forniti dalle società legittime.
Al Project Zero quest’anno sono seguite altre iniziative come il nuovo registro dei marchi Amazon, un forum di segnalazione online per i proprietari di marchi e la costituzione di un'unità per i reati di contraffazione. Sulla piattaforma è adesso attivo un servizio di rimozione “self-service” delle contraffazioni e uno per “serializzare” i prodotti, ovvero di applicargli un codice univoco per identificarli.
Secondo gli analisti del settore, uno dei motivi principali della proliferazione di merci contraffatte su Amazon e altre piattaforme di e-commerce simili è la mancanza di trasparenza e monitoraggio dei venditori di terze parti. Proprio per rispondere a questa esigenza Amazon ma anche in vista di due progetti di legge Usa bipartisan, “Shop Safe Act” e “Inform Consumer Act”, da febbraio scorso Amazon ha cominciato a verificare “di persona” e poi in video a causa della pandemia, l’identità dei venditori. E dall’1 settembre, Amazon richiede ai venditori esterni di mostrare, negli Usa, nomi e indirizzi aziendali sulle loro pagine di vendita.