"Roberto Savi smentisce categoricamente di aver avuto informazioni sul grave disastro di Ustica e aggiunge che se qualcuno lo interrogherà sul tema lo smentirà". Lo dice all'ANSA l'avvocato Donatella Degirolamo, difensore dell'ergastolano a capo della banda della Uno bianca, che in mattinata è stata a colloquio col proprio assistito nel carcere di Bollate. Il riferimento è alle notizie sull'esposto presentato a maggio da un gruppo di familiari delle vittime del gruppo criminale, che hanno portato all'attenzione della Procura bolognese le dichiarazioni di Pietro Gugliotta, altro componente della banda, risalenti al 1995.
Gugliotta riferì di confidenze ricevute da Savi: durante uno spostamento in macchina verso la Liguria, Savi gli avrebbe indicato una zona montuosa dove un Mirage francese avrebbe sganciato un serbatoio supplementare. Savi avrebbe anche detto a Gugliotta di aver pilotato lui il Mirage, partito da Tolone.
"Savi ricorda che all'epoca venne sentito da Priore e Giovannini sul tema e a quell'interrogatorio non venne dato seguito. Ritiene che Gugliotta fece queste dichiarazioni per il rancore nei suoi confronti, perché fu Savi a chiamarlo in correità. Dice che ha lavorato all'ufficio del 113 per vent'anni, di aver fatto rapine e di aver ucciso persone, ma di non aver saputo nulla riguardo a Ustica", prosegue Degirolamo.
"Pietro Gugliotta prova ancora, a distanza di quasi 30 anni, un forte imbarazzo nel rileggere le rivelazioni di Savi sulle sue presunte informazioni sulla vicenda di Ustica, perché erano davvero inverosimili. Si trattava, come giustamente ritenuto all'epoca dagli inquirenti, di evidenti millanterie di un soggetto mitomane, prive di qualsiasi fondamento, come tutte le altre rese da Savi su altri 'misteri' italiani", dice l'avvocato Stefania Mannino, che assiste Gugliotta. "Dare credito a queste risibili fantasticherie arrecherebbe un ulteriore danno alle vittime e alla giustizia", aggiunge Gugliotta, sempre tramite l'avvocato Mannino
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