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Grigory Sokolov torna a suonare al Teatro Regio di Parma

Grigory Sokolov torna a suonare al Teatro Regio di Parma

Il 27 marzo, un recital pianistico dedicato a Purcell e a Mozart

PARMA, 21 marzo 2023, 13:51

Redazione ANSA

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Acclamato come uno dei più grandi pianisti dei nostri giorni, per l'espressività della sua arte e per la profondità del pensiero musicale, Grigory Sokolov torna a suonare al Teatro Regio di Parma il 27 marzo alle 20.30 con un recital dedicato a Henry Purcell e Wolfgang Amadeus Mozart, nell'ambito della stagione concertistica, realizzata da Società dei Concerti di Parma. Dopo avere intrapreso gli studi musicali a cinque anni, Grigory Sokolov ha raggiunto fama mondiale a sedici, ancora studente, vincendo il primo premio al Concorso Internazionale Ciaikovskij di Mosca.
    Nel corso della sua carriera si è esibito con le più prestigiose orchestre prima di decidere di dedicarsi esclusivamente al recital per pianoforte solo. Poco meno di un secolo separa le vite di Purcell e Mozart, vissuti entrambi trentasei anni, negli stessi decenni dei rispettivi secoli.
    Entrambi bambini prodigio, poi considerati geni indiscussi sia per la produzione operistica che per la musica strumentale, i due compositori segnano, rispettivamente, i momenti più fiorenti del barocco inglese e del classicismo viennese. Tre delle otto Suite dPurcell (la n.2, n.4 e n.7) occupano la prima parte del programma, alternate a brani di gusto popolare attinti da temi irlandesi e scozzesi (New Irish Tune, A New Scotch Tune), e trascrizioni dello stesso compositore da partiture per il teatro: Trumpet Tune, imitazione della discesa di Cibele nell'Atys di Lully, e la Chacone, che chiude la prima parte del programma, trascrizione dalle musiche di scena di Purcell per Timon of Athens di Shakespeare. Dalla suite barocca alla forma sonata, che con Mozart raggiunge la sua più limpida maturazione: è dedicata al salisburghese la seconda parte del programma, che offre all'ascolto la Sonata in Si bemolle maggiore, KV 333, carica di quell'affettuosa sensibilità tipica del teatro mozartiano, e si conclude con l'imponente Adagio in si minore, KV 540, movimento isolato che, pur nella sua drammaticità, racchiude in sé tutta la poetica e la forza espressiva del compositore negli ultimi anni della sua vita.
   

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