Sono in molti a puntare sul suo
nome come futuro erede dei più grandi maestri del pianoforte:
Giorgi Gigashvili, nato in Georgia, a Tbilisi nel 2000, tra i
più interessanti pianisti di nuova generazione, debutta a
Bologna al Festival Pianofortissimo 2022, il 27 giugno alle 21
nel Cortile dell'Archiginnasio. Doti personali straordinarie
esibite nei concorsi pianistici internazionali e in competizioni
altamente selettive e più prestigiose d'Europa, hanno visto
brillare un talento originale che ha galvanizzato giurie e
pubblico.
Cresciuto in quell'area caucasica dove Oriente e Occidente da
sempre si incontrano, una terra con un patrimonio musicale ricco
di derivazioni arabe, persiane, armene, turche, in un mix di
profondo fascino con le correnti e gli stili europei, ancora
adolescente Giorgi viene attratto dal canto e dagli
arrangiamenti di testi folk, mescolati al pop contemporaneo. Ma
è proprio durante gli studi pianistici al Conservatorio di
Tbilisi, che un indizio lascia già presagire un futuro diverso,
visto che l'idolo del suo cuore si chiama Martha Argerich. Il
fil rouge del destino vuole che la sua carriera si apra
nell'aprile 2019, quando vince il primo Premio al Concorso
Internazionale di Vigo, dove a presiedere la giuria è proprio
Martha Argerich. Pochi mesi dopo vince il terzo premio e al
Concorso Pianistico Busoni di Bolzano con una memorabile
esecuzione del Terzo Concerto di Prokofev. Un'affermazione che
lo pone sotto i riflettori internazionali e gli spalanca le
porte delle maggiori società di concerto internazionali. In
questa fase sarà più che mai avvincente ascoltare dal vivo
Giorgi Gigashvili nel suo esordio a Bologna.
Un programma dedicato in particolare a compositori romantici
e del primo Novecento vedrà scintillare il talento esuberante e
a volte divisivo di questo artista, che eseguirà brani di
Domenico Scarlatti (le Sonate in do maggiore K 487 e in re
maggiore K 29), Beethoven (Variazioni Eroica), Brahms Tre
Intermezzi Op. 117), Olivier Messiaen (Le baiser de
l'Enfant-Jésus) e Schumann (Sonata N. 1 in fa diesis minore Op.
11).
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