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Sensorama, al Man giochi di visioni e inganni

Sensorama, al Man giochi di visioni e inganni

Direttrice Chiara Gatti, 'è una grande palestra per lo sguardo'

NUORO, 07 luglio 2022, 19:05

(di Marzia Apice)

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Dai sogni e gli enigmi di René Magritte e Giorgio de Chirico alle fotografie allo specchio di Florence Henri, dagli esperimenti di visionari come Georges Méliès alle sculture anamorfiche di Marc Didou, e poi le performance dell'uomo invisibile Liu Bolin fino ai paradossi dell'era digitale. Si potrà giocare con i sorprendenti 'scherzi' della percezione al Man di Nuoro, dove l'8 luglio aprirà la mostra "Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni", allestita fino al 30 ottobre. L'esposizione, la prima concepita dalla neo direttrice Chiara Gatti (alla guida del museo dallo scorso 1 febbraio), esplora attraverso varie forme d'arte il confine tra realtà e apparenza, interrogandosi su "How your eyes trick your mind", come gli occhi ingannano la mente, e spingendo a tornare a un grado zero della percezione, allenando gli occhi a relazionarsi con l'illusione o il suo contrario. "Sarà davvero una grande palestra per lo sguardo, in questa mostra succedono cose strane, bizzarre, magiche, con una bella miscela di linguaggi", garantisce all'ANSA Chiara Gatti, che cura la mostra insieme a Tiziana Cipelletti, "è la nostra prima uscita ufficiale e ci abbiamo messo tanta energia". Il progetto punta a svelare la complessità dei fenomeni cognitivi e le meraviglie della percezione: una sorta di antidoto per risvegliarsi dal predominio dello schermo di pc e smartphone, "dopo che durante la pandemia ci siamo sorbiti musei virtuali, webinar e mostre online", spiega la direttrice, che resterà in carica per 3 anni.
    "Abbiamo pensato che le persone possano non essere più abituate a osservare le opere d'arte: noi vogliamo invitare il visitatore a guardarle bene, perché in ognuna di esse può sempre nascondersi un enigma", prosegue, "qui ripercorriamo tutto il '900. Il pubblico potrà entrare e uscire dalle opere: la mostra lavora sullo sguardo, sull'inganno ottico, proprio per scoprire quanta verità c'è".
   

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